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APPELLO DEL WWF PER AZIONI CONCRETE CONTRO L’ABBRUCIAMENTO DI RIFIUTI VEGETALI PER EVITARE ULTERIORE INQUINAMENTO DELL’ARIA 

COMUNICATO STAMPA
APPELLO DEL WWF PER AZIONI CONCRETE CONTRO L’ABBRUCIAMENTO DI RIFIUTI VEGETALI PER EVITARE ULTERIORE INQUINAMENTO DELL’ARIA

 

Il WWF Bergamo Brescia si appella alla Prefettura, a Regione Lombardia ed ai Sindaci, affinchè sollecitino tutti gli addetti al controllo del territorio a non sottovalutare l’inquinamento prodotto dalla combustione dei rifiuti vegetali all’aperto, peraltro -quando vicina ai boschi – tra le principali cause di innesco di devastanti incendi.

Sono infatti numerose le segnalazioni di cittadini che lamentano il disagio creato dal fumo acre proveniente dalla bruciatura di residui vegetali, a cui spesso si associano rifiuti di varia natura, ammorbando l’aria di sostanze pericolose ed inquinanti.

Non di meno viene segnalato un uso improprio di caminetti che divengono veri e propri inceneritori casalinghi; tutto ciò con la pressoché impossibilità di intervento da parte degli Organi di Polizia, vuoi per sottovalutazione della pericolosità, vuoi per mancanza di personale, e non di meno anche per mancanza di sensibilità al problema dell’inquinamento atmosferico ed alle conseguenze – sia sulla salute dei cittadini che all’ambiente.

Tutto ciò in un periodo dove la critica situazione climatica concentra gli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera e quando sarebbero indispensabili comportamenti responsabili da parte di tutti.

Il WWF auspica che le Forze dell’Ordine intervengano con tempestività e sanzionino coloro che accendono fuochi all’aperto ed utilizzano impropriamente i caminetti; ai Sindaci in particolare si chiede che vengano attivati controlli per prevenire tali forme di inquinamento facendo rispettare le normative vigenti in materia.

Nel merito del problema, che si presenta ogni anno, soprattutto nel periodo invernale, molti cittadini si domandano: è possibile liberarsi dei residui vegetali (rovi, ramaglie, resti di tagli di alberi ed arbusti) derivanti dalla manutenzione dei giardini, dei parchi urbani e de boschi mediante il loro abbruciamento? La risposta non può che derivare dalle normative vigenti – rispondiamo come WWF alle numerose segnalazioni – bisogna rispettare le disposizioni in materia di prevenzione degli incendi boschivi e quelle in materia di inquinamento atmosferico.

Gli Enti territoriali, compresi i Comuni, possono in qualsiasi periodo vietare la combustione di materiali vegetali quando vi sono le condizioni meteorologiche sfavorevoli e per le quali dalle attività di combustione possano derivare rischi per la salute pubblica con particolare riferimento al rispetto dei limiti annuali delle polveri sottili (PM10).

Il WWF ricorda che numerosi Sindaci, nonostante abbiano sottoscritto il “Patto per l’aria pulita” con la Regione Lombardia, in particolare per le area più a rischio inquinamento, non si attivano concretamente per far rispettare i divieti.

Le norme regionali prevedono infatti la massima restrizione sulle emissioni inquinanti e di conseguenza il divieto di combustione dei residui vegetali fino al 15 aprile, e per questo anche l’uso delle auto deve essere limitato (con specifico riferimento a quelle più inquinanti).

In conclusione: dobbiamo contribuire con comportamenti rispettosi a migliorare l’aria che respiriamo, usando meno l’auto e magari investendo in modelli meno inquinanti, ricordando che ci sono buone pratiche nella gestione dei rifiuti vegetali, come il conferimento alle piattaforme ecologiche, la triturazione e il compostaggio.

Tutti i cittadini che si impegnano con comportamenti sostenibili si aspettano di conseguenza dalle Istituzioni azioni coerenti e non contraddittorie, per il rispetto della salute e dell’ambiente.

 

Associazione WWF

Bergamo-Brescia Onlus

Il Presidente

Danilo Rossi

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PASTURS 2017: AL VIA LE ISCRIZIONI PER UNA NUOVA ESTATE D’ALPEGGIO

COMUNICATO STAMPA

PASTURS 2017: AL VIA LE ISCRIZIONI

PER UNA NUOVA ESTATE D’ALPEGGIO

Dopo il successo dell’edizione 2016, torna Pasturs: il progetto che mette in contatto pastori e giovani volontari per capire come mitigare il rischio derivante dai grandi predatori delle Orobie.

Iscrizioni aperte fino al 7 aprile 2017.

Bergamo, 27 gennaio 2017 – Svegliarsi all’alba, prendersi cura degli animali, fare il fieno e… partire per la transumanza. Siete pronti a vivere un’esperienza da veri pastori? Torna, dopo il successo dello scorso anno, Pasturs: il progetto che mette in contatto uomo, natura e grandi predatori.

Organizzato da Cooperativa Eliante Onlus, con la partnership di Parco delle Orobie Bergamasche e WWF Bergamo – Brescia, in collaborazione con Coldiretti Bergamo e con il contributo di Fondazione Cariplo, Pasturs offre la possibilità a ragazzi maggiorenni di vivere un’estate al fianco dei pastori bergamaschi, per capire come ridurre i rischi conseguenti alla presenza dei grandi predatori sulle Orobie mettendo in comune le rispettive conoscenze. I ragazzi, infatti, forniranno informazioni utili ai pastori in fatto di sostenibilità e gli allevatori consentiranno ai giovani di aiutarli nelle attività giornaliere così da capire quali siano, concretamente, i problemi e le potenzialità degli allevamenti tradizionali. Obiettivo: attuare misure volte a creare un clima favorevole sia per i grandi predatori che per il mondo dell’allevamento.

Sulle Orobie bergamasche, infatti, stanno tornando lupi e orsi e il conflitto tra grandi carnivori e attività zootecniche è una delle cause principali della persecuzione operata dall’uomo nei confronti di questi animali. Ma con efficaci misure di prevenzione è possibile prevenire sia possibili danni agli allevamenti, sia il bracconaggio, diminuendo da un lato il numero degli attacchi da parte dei grandi predatori e migliorando, dall’altro, la qualità dei pascoli.

«Ho un ricordo bellissimo di questa esperienza: le giornate iniziavano al mattino presto, il recinto si trovava a un’ora di cammino dalla baita e andavamo lì due volte al giorno per fare pascolare le pecore e per controllarle. Ho finanche assistito al parto gemellare di una pecora: non lo dimenticherà mai. È stato un modo coinvolgente e stimolante per conoscere il mondo della pastorizia da vicino, per andare oltre ciò che avevo appreso nei libri di scuola e per confrontarmi con le difficoltà quotidiane di chi svolge questa professione. E tra le difficoltà più sentite c’è sicuramente quella dei grandi predatori, tema chiave di Pasturs. Sono convinto, infatti, che questo progetto vada nella giusta direzione, poiché spinge volontari e allevatori al confronto per capire come meglio favorire una pacifica convivenza. Per essere d’aiuto, insomma, sia pastori che, al tempo stesso, a lupi e orsi» – raccontano i protagonisti del progetto Pasturs 2016.

Gli interessati potranno candidarsi scaricando la modulistica dal sito www.pasturs.org e inviando una mail a pasturs@wwfbergamo.it entro e non oltre venerdì 7 aprile 2017. Successivamente saranno chiamati a partecipare a un breve corso di formazione gratuito e saranno selezionati per iniziare l’esperienza. Potranno trascorrere un periodo da giugno a settembre (minimo 1 settimana / massimo 3 mesi) in uno dei 6 alpeggi coinvolti, tra Valle Brembana, Seriana e Scalve, in cui sono presenti greggi di ovini di razza “Pecora bergamasca”, bovini e equini, occupandosi di attività come: la sistemazione dei recinti, la sorveglianza del gregge, la gestione dei cani, la sensibilizzazione e l’informazione dei turisti. Gli studenti universitari, inoltre, avranno la possibilità di realizzare tesi e tirocini, con il riconoscimento dei crediti formativi compatibilmente con l’Università frequentata. Per partecipare si richiedono come requisiti essenziali: la maggiore età, l’adattabilità al lavoro all’aria aperta e alle camminate giornaliere in montagna, una forte motivazione e la consapevolezza del tipo di volontariato. L’esperienza, infatti, è a titolo gratuito.

Per informazioni sul progetto Pasturs

Sito: www.pasturs.org Tel: 347 3902619 Mail: pasturs@wwfbergamo.it

Ufficio Stampa Parco delle Orobie Bergamasche

CLAUDIA ROTA

Cell. 348 5100463

c.rota@parcorobie.it

 

Gli stagni del monte Misma ricordano due grandi personalità del WWF

Sono stati oggi ufficialmente dedicati a Fabrizio Usubelli e Massimiliano Rocco i due stagni multifunzionali realizzati dal WWF di Valpredina sul Monte Misma in Comune di Pradalunga.
L’importante progetto di conservazione della biodiversita’ – che e’stato possibile grazie al contributo di Regione Lombardia – e’ stato attivato dal WWF nel 2015 in qualita’di Ente gestore della zona speciale di conservazione (ZSC) Valpredina e Misma.
Gli stagni oggi sono stati dedicati a due persone – scomparse improvvisamente durate la realizzazione del progetto – da sempre e con grande passione – impegnate nella tutela dell’ ambiente e del patrimonio faunistico.
Lo stagno in località Ca’ La Ert restera’ intitolato all’Agente della polizia provinciale di Bergamo Fabrizio Usubelli, inanellatore e ambientalista attivo nella tutela dell avifauna autoctona cui aveva dedicato tante ore di osservazione e studio.
Lo stagno sulla prateria della cima del Monte Misma restera invece intitolato a Massimiliano Rocco, responsabile da anni dell’ Ufficio Traffic (struttura che a livello internazionale si occupa del commercio illegale di specie protette) del WWF Italia e deceduto improvvisamente durante una missione internazionale in Africa.
Alla posa delle targhe di dedica hanno partecipato una trentina di persone tra le quali, oltre ai collegli di Fabrizio Usubelli, collaboratori e volontari del WWF di Valpredina, accompagnati dai richiedenti asilo provenienti dall’Africa, attualmente ospiti nella foresteria del WWF Valpredina a Cenate Sopra.
Dopo la lettura di racconti agli amici scomparsi e il ricordo della loro passione nella tutela della natura il direttore dell’Oasi Enzo Mauri ha ricordato che ” i loro sogni cammineranno con noi e dopo di noi per un futuro in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura” ed inoltre ” siamo certi che la vita e la biodiversita’ di questi stagni sono la migliore rappresentazione al riconoscimento dell’amore, dell’impegno e passione che Fabrizio e Massimiliano hanno rappresentato nella loro breve vita”.

Riforma Legge Aree Protette: WWF, riaprire confronto con fronte Associazioni per salvare Parchi

SE LA CAMERA NON CAMBIERA’ TESTO RIFORMA SU ALCUNI PUNTI ESSENZIALI POTREMO DIRE ADDIO AI PARCHI ‘NAZIONALI’

Riforma Legge Aree Protette: WWF, riaprire confronto con fronte Associazioni per salvare Parchi

SE LA CAMERA NON CAMBIERA’ TESTO RIFORMA SU ALCUNI PUNTI ESSENZIALI POTREMO DIRE ADDIO AI PARCHI ‘NAZIONALI’

“Chiediamo che, nell’aggiornare la Legge 394/91, vera e propria “Piccola Costituzione delle Aree Protette”, si riapra il confronto nel merito con il fronte delle Associazioni e si abbia come obiettivo il mantenimento dell’importante ruolo e funzione di Parchi Nazionali e Aree Marine Protette, puntando sulle competenze e sull’innovazione, così come si fece con l’approvazione della legge 394: se lo Stato rinuncia alle sue competenze in tema di conservazione della natura rischiamo di tornare indietro di vent’anni nelle politiche di gestione della natura”. Lo ha detto la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi nel corso dell’audizione delle Associazioni ambientaliste alla Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati.

“Dal patrimonio naturale del Paese non solo dipende la bellezza del nostro paesaggio e la ricchezza della nostra biodiversità ma anche il benessere economico e sociale delle future generazioni: ricordiamo che la Costituzione, in modo chiaro e inequivocabile, attribuisce allo Stato doveri e obblighi, precisi e irrinunciabili, per la conservazione della natura e la tutela degli ecosistemi – continua la Bianchi nel suo intervento -. Nel testo licenziato dal Senato non ci sono solo articoli da rivedere ma anche questioni fondamentali non affrontate come l’insufficienza delle risorse che comportano pericolose compensazioni come il ricorso alle royalties o la questione delle Riserve Naturali dello Stato, le piante organiche insufficienti”.

“Il testo del Senato non solo ha sollevato fortissime preoccupazioni da parte di personalità della cultura e del mondo scientifico ma ha spinto tutte le principali Associazioni ambientaliste a predisporre e sottoscrivere il documento unitario ‘Aree protette, tesoro italiano’, chiedendo un radicale ripensamento dell’impostazione della riforma – spiega la presidente de WWF -. Nel tentativo di rendere più snella la Legge sulle Aree naturali protette, il Senato ha, di fatto, indebolito la portata ‘nazionale’ dei Parchi, accentuando l’influenza di interessi locali e logiche estranee alla corretta gestione del comune patrimonio naturale del Paese. Gravi passi indietro sono stati fatti per quanto riguarda la governance degli Enti Parco di cui viene stravolta completamente l’originaria funzione di raccordo e sintesi tra interessi locali e nazionali, tra conservazione e promozione del territorio”.

“Se la Camera non cambierà radicalmente il testo approvato dal Senato, riavviando un proficuo confronto sui problemi, sulle possibili soluzioni e sulla visione per il futuro, il nostro Paese corre il rischio di fare grandi passi indietro in questo campo finendo oltretutto per avere Parchi solo nominalmente “nazionali” e Aree Marine Protette in mano ai soli Enti locali. Le Aree Marine protette devono diventare dei veri e propri Parchi Marini: è inconcepibile che mentre nel mondo si istituiscono Parchi marini straordinari l’Italia continui politiche di retroguardia nella tutela del suo patrimonio marino – conclude Donatella Bianchi -. La tutela dell’ambiente è il presupposto stesso del nostro futuro e sul mantenimento del capitale naturale si basa ogni prospettiva di benessere: le aree naturali protette costituiscono al tempo stesso uno strumento di conservazione e un banco di prova per lo sviluppo sostenibile”.

I punti critici evidenziati dal WWF rispetto al testo approvato al Senato e su cui si chiede di intervenire (come le Associazioni ambientaliste avevano già sollecitato al Senato) sono la governance dei parchi con la mancanza di competenze specifiche per la gestione, la conservazione e la valorizzazione dei beni naturali e ambientali previste per la nomina del presidente e del direttore del parco e il difficile equilibrio nei Consigli direttivi con l’ingresso nella componente riservata allo stato di rappresentanti del mondo agricolo e la scomparsa della componente scientifica; le Aree Marine Protette per le quali, nonostante insistano sull’ambito demaniale ‘per eccellenza’, il mare, non è previsto nessun ruolo nella gestione per lo Stato. Inoltre i loro Enti di gestione vengono trattati come enti di serie B; Preoccupa il totale silenzio sul potenziamento della sorveglianza e delle dotazioni organiche dei Parchi drammaticamente insufficienti rispetto agli importanti compiti di difesa e valorizzazione di un patrimonio indisponibile dello Stato; le Riserve Naturali dello Stato che anche quando sono comprese all’interno dei Parchi Nazionali restano in capo al ministero delle Politiche agricole, con una evidente contraddizione gestionale; la gestione della fauna; il Piano del Parco, l’utilizzo dei loghi/marchi del Parco che deve essere omogeneo; le royalties che devono confluire in un apposito fondo gestito dal ministero dell’Ambiente, dedicato ad attività di conservazione; Il silenzio assenso previsto dall’articolo 12 del testo approvato dal Senato è un punto di estrema delicatezza che rischia di essere sottovalutato visto che come richiamano le considerazioni, più volte ribadite, della Corte di Giustizia Europea l’interesse all’ambiente sia di tale importanza da richiedere sempre un’espressa valutazione da parte delle autorità che dia conto dell’istruttoria svolta; infine, l’istituzione del Parco del Delta del Po rispetto per il quale non era necessario una ulteriore previsione normativa (visto che la legge 394/91 escludeva esplicitamente la possibilità di due parchi nazionali e prevedeva, dopo il 31 dicembre 1993, l’istituzione di un Parco Nazionale). Visto che quel termine è da tempo scaduto si proceda subito all’istituzione di un Parco Nazionale.

Roma, 11 gennaio 2017

Ufficio Stampa WWF Italia
Tel. 06-84497 213 – 266 – 332
Cel. 340 9899147 – 329 8315725

Salviamo il GELSETO DEL PILANDRO – Ultimo lembo dell’antica “Selva Lugana”

Il Comitato Parco delle Colline Moreniche e l’Associazione “Airone Rosso” hanno lanciato una petizione on-line per salvare un’ampia zona boscata dal taglio indiscriminato.

Di seguito il testo della petizione e il link per contribuire:

Ancora sui giornali di questi giorni si parla del Gelseto del Pilandro. Dopo il primo taglio avvenuto a febbraio, che ha permesso di radere al suolo tutti gli alberi della parte nord della zona, il 1° Dicembre è iniziato il taglio della parte più consistente del Gelseto posta a sud, subito fermato dal Comune di Peschiera del Garda, allertato dagli ambientalisti.
I filari di gelsi sono protetti dalla legge n°10 del 2013, per la loro importanza storica, paesaggistica e naturalistica, ospitando numerosi uccelli come upupe, assioli, torcicolli, che sono un indicatore importante sulla qualità dell’ambiente.
Solo l’Amministrazione Comunale ha la facoltà di preservare il Gelseto del Pilandro ponendo dei vincoli ed esprimendo un parere contrario in riferimento al secondo taglio.
Facciamo sentire la nostra voce firmando la petizione, chiedendo al Comune di Peschiera del Garda di fare una profonda riflessione prima della totale distruzione di questo unico lembo del nostro Territorio Gardesano.

Firma anche tu!

IL CONSIGLIO DI STATO RIBALTA UNA PRONUNCIA DEL TAR SULLE DISCARICHE –

COMUNICATO STAMPA

WWF e Legambiente Lombardia uniti nella tutela dell’ambiente
IL CONSIGLIO DI STATO RIBALTA UNA PRONUNCIA DEL TAR SULLE DISCARICHE
La Regione Lombardia aveva vietato nuove discariche in zone già compromesse anche in provincia di Brescia .

Nel 2014 la Regione Lombardia aveva approvato un provvedimento relativo al cosiddetto “Fattore di pressione delle discariche” con il quale venivano tutelati territori già gravemente compromessi da una pesante presenza di discariche di rifiuti. In pratica, su tutto il territorio regionale era stato disposto il divieto di realizzare nuove discariche nelle aree ove erano stoccati più di 160.000 metri cubi di rifiuti per ogni Km2 di territrio. Una pronuncia del TAR di Milano aveva bloccato il provvedimento.

Ma una sentenza del Consiglio di Stato emessa in questi giorni ha annullato la pronuncia del TAR affermando la piena legittimità del provvedimento della Regione Lombardia con grande soddisfazione del WWF Lombardia e di Legambiente che si sono uniti, ancora una volta, per tutelare l’ambiente e la salute del territorio lombardo.

“Il consiglio di Stato ha stabilito la piena legittimità del provvedimento regionale – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, associazione costituita in giudizio ad adiuvandum insieme ad Italia Nostra e WWF a fianco della Regione Lombardia – il quale, pertanto, non ha violato alcuna competenza dello Stato. Con questa sentenza viene confermato quello che dovrebbe essere un principio di civiltà – dice Barbara Meggetto – infatti, dove sono presenti grandi quantitativi di rifiuti smaltiti in discarica non è possibile autorizzare ulteriori impianti. Una norma fondamentale per alcuni territori, come quello di Montichiari e della Bassa Bresciana, già gravemente sottoposti a forti impatti ambientali. Auspichiamo che la Regione voglia continuare su questa strada, affiancando a strumenti di prevenzione come il “Fattore di Pressione”, altre azioni più incisive sul fronte della bonifica e del risanamento ambientale di quelle zone martoriate dall’inquinamento e dalla contaminazione di sostanze pericolose sia per l’ambiente sia per la salute umana.

Anche l’avv. Paola Brambilla, delegata del WWF Italia per la Lombardia che ha anche patrocinato l’intervento delle Associazioni ambientaliste nel giudizio, esprime soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato: “Le Associazioni hanno sempre difeso l’ecosistema e le risorse naturali per assicurare i diritto ad un ambiente sano e tutelare la salute ai cittadini del pianeta, non solo contro chi pensa di avere la licenza di distruggere, ma anche a favore delle Regioni quando agiscono innalzando gli standard di tutela nazionali”. “Contrastare l’insediamento insostenibile di nuove discariche – affermano unite le Associazioni – significa anche tutelare il suolo, difendendo anche in giudizio il valore di questa risorsa, come viene spiegato nella Campagna PEOPLE4SOIL in corso in questi giorni”.

Con questa iniziativa, dopo a ristrutturazione delle sedi periferiche, riprende in pieno l’attività del WWF in provincia di Brescia, aggregato alla sede di Bergamo, stando al fianco dei cittadini per difendere l’ambiente e la salute pubblica. I cittadini bresciani che desiderano avvicinarsi al WWF possono contattare la sede operativa allo 035.956140 oppure scrivendo a bergamo@wwf.it e a bergamo-brescia@wwf.it.

Ringraziando per l’attenzione è gradita l’occasione per porgere distinti saluti.

Associazione WWF Bergamo-Brescia Onlus

Il Presidente

Danilo Rossi

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NATURA, JUNCKER: “LE DIRETTIVE NON SI TOCCANO”

GRANDE SUCCESSO DELLE ASSOCIAZIONI E DELLA SOCIETA’ CIVILE NELLA CAMPAGNA PER SALVARE LE DIRETTIVE HABITAT E UCCELLI.
Lipu e WWF Italia: “Una vittoria fondamentale per la biodiversità e la stessa cultura europea. Ora applicare le direttive con più decisione”.

 Il Presidente Jean Claude Junker e la Commissione europea da lui presieduta, riunita oggi a  Bruxelles, hanno solennemente confermato che le direttive comunitarie Habitat e Uccelli non vanno riscritte e depotenziate ma conservate e applicate meglio, anche attraverso un dettagliato piano attuativo. Questo, al termine di un lungo percorso di analisi delle due direttive, definito del “Fitness check”, svolto dalla Commissione europea con il coinvolgimento degli attori sociali di tutta europea.

E’  una vittoria straordinaria, di oltre mezzo milione di cittadini europei che hanno aderito alla campagna #NatureAlert, portata avanti da oltre 200 organizzazioni europee e condotta in Italia, con il nome di #Allarmenatura, da Lipu e WWF.

Le Direttive comunitarie sulla Natura, fondamentali per la protezione della biodiversità in Europa, tutelano più di 1400 specie a rischio e un milione di metri quadrati di habitat europei. Si tratta, inoltre, di leggi enormemente popolari tra i cittadini europei, che le hanno difese e sostenute così come hanno fatto il mondo scientifico, le imprese, il Parlamento europeo e molti governi nazionali.

Esprimendo grande apprezzamento per la decisione della Commissione, le associazioni sottolineano come ora inizi un’impresa altrettanto importante quale quella di trasformare la vittoria sulla difesa delle direttive in strumenti pienamente applicati, così da garantire una più efficace azione contro la perdita di biodiversità e la crisi di natura”.

 Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu – BirdLife Italia ha dichiarato:
“Quella di Bruxelles è una vittoria eccezionale, che rilancia l’importanza delle direttive, rimette la natura al centro del progetto europeo e ci riempie di gioia. Per questo vogliamo ringraziare gli oltre 70 mila italiani che hanno raccolto il nostro appello e contribuito al raggiungimento del mezzo milione di europei pro direttive, fondamentali per  convincere la Commissione europea a schierarsi dalla parte della biodiversità. Ora tutti al lavoro, Commissione, Governi nazionali e società civile, per applicare le direttive come meritano”.

Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, ha detto:
“Oggi c’è un accordo unanime: è stato riconosciuto che le Direttive europee sulla natura proteggono adeguatamente la biodiversità e la nostra salute. La Commissione Juncker deve ora aprire un nuovo capitolo e procedere alla definizione di un piano d’azione rigoroso che consenta di affrontare il problema dell’insufficiente attuazione di queste norme nei Paesi Membri, verificando la loro  corretta applicazione, e in intervenga in modo efficace sullo sviluppo insostenibile. Le norme migliori, non valgono la carta su cui sono scritte se non vengono correttamente applicate! ”

Roma, 7 dicembre 2016