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IL 5 DICEMBRE È LA GIORNATA MONDIALE DEL SUOLO

Senza tutela del suolo si rischia di essere travolti da frane e alluvioni, si perde un importantissimo serbatoio di carbonio

IN ITALIA ATTENDIAMO DA 12 ANNI UNA LEGGE SUL CONSUMO DI SUOLO

Sotto i nostri piedi esiste un ecosistema complesso, ricco di biodiversità, fondamentale per la nostra economia: il suolo. Un sottile strato superficiale che ricopre gran parte della crosta terrestre, in cui si concentrano funzioni essenziali per il mantenimento della vita sul nostro Pianeta e per attività umane vitali per la nostra sopravvivenza.

Il 5 dicembre si celebra la Giornata mondiale del Suolo, ma il WWF ricorda che a livello europeo e italiano abbiamo davvero poco da festeggiare. Senza tutela del suolo si rischia di essere travolti da frane e alluvioni, si perde un importantissimo serbatoio di carbonio e si pregiudica un indispensabile patrimonio di biodiversità, nonché si mette a rischio la nostra sicurezza alimentare.

LA CEMENTIFICAZIONE RENDE IL NOSTRO SUOLO MENO SICURO

Il consumo di suolo in Italia viaggia a velocità insostenibile: le nuove coperture artificiali come edifici, infrastrutture e insediamenti logistici o commerciali fanno perdere al nostro Paese 2,4 m2 al secondo. Nell’ultimo anno in Italia abbiamo perso oltre il 10% di suolo in più rispetto al 2021 (altri 77 km2), come ha evidenziato l’ultimo rapporto di ISPRA.

L’Italia è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico: frane e alluvioni sono fenomeni diffusi, ricorrenti e pericolosi in costante aumento anche a causa del cambiamento climatico. E le aree urbane sono quelle più vulnerabili. Il consumo di suolo incide sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico: oltre 900 ettari di territorio nazionale sono stati resi impermeabili in un solo anno nelle aree a pericolosità idraulica media. La cementificazione contribuisce così a rendere il nostro Paese meno sicuro perché l’impermeabilizzazione del suolo aumenta il rischio di disastri: negli ultimi cinquant’anni (fra il 1972 e il 2021) frane e inondazioni hanno provocato 1.610 morti (di cui 42 dispersi), 1.875 feriti e oltre 300 mila evacuati e senza tetto. Nessuna Regione esclusa (Irpi-CNR 2023). Da eventi eccezionali e sporadici, gli eventi meteorologici estremi sono ormai la regola: negli ultimi 4 anni grandi alluvioni e frane hanno travolto la Penisola da Nord a Sud, Sicilia e Calabria, Piemonte, Marche, Emilia-Romagna le regioni devastate.

PROTEGGERE IL SUOLO E LA SICUREZZA ALIMENTARE

Si aggiunge anche un grave problema di qualità dei nostri suoli quando vengono erosi, degradati, salinizzati e inquinati da pratiche agricole intensive. Proteggere il suolo e utilizzarlo in maniera sostenibile è infatti il primo passo da fare per la sicurezza alimentare. Alcune aziende dell’agroalimentare ne hanno compreso l’importanza investendo in pratiche agricole sostenibili, incentivando le rotazioni e mantenendo aree per la tutela della biodiversità nelle aree agricole.

L’Italia è il Paese europeo con la maggiore diversità di suoli. Sul nostro territorio abbiamo 25 diversi tipi di suolo, rispetto ai 30 riconosciuti a livello globale dalla FAO[1]. A tale diversificazione si associa una biodiversità fino a dieci volte maggiore a quella degli altri Paesi europei. Questa straordinaria biodiversità del suolo contribuisce attivamente a numerosi servizi ecosistemici, tra cui la formazione del suolo stesso e la sua capacità di fornire e trattenere acqua ed elementi nutritivi, la regolamentazione di parassiti e malattie delle piante, il sequestro o la movimentazione di contaminanti. E ancora, dopo gli oceani, i suoli sono i più grandi serbatoi di carbonio e svolgono un ruolo cruciale nella mitigazione della crisi climatica.

PERDIAMO MOLTEPLICI SERVIZI ECOSISTEMICI

Per svolgere tutti questi servizi ecosistemici il suolo deve però essere sano e vitale, ma la sua salute e vitalità sono compromesse da molte pressioni antropiche, in particolare connesse all’agricoltura intensiva, che è causa di erosione, compattamento, desertificazione, impoverimento nutritivo o al contrario di eccesso di nutrienti come azoto e fosforo nonché contaminazione da sostanze chimiche tossiche, come i pesticidi e sostanze derivanti dall’uso di fanghi di depurazione. Secondo la stima calcolata da ISPRA quest’anno vi è stata una perdita di servizi ecosistemici pari ad un valore di 9 miliardi di euro per i suoi costi nascosti, impatto che ricadrà sulle future generazioni).

Il suolo è una delle risorse più preziose perché limitata e non rinnovabile. Serve un uso sostenibile ed efficiente del suolo in Italia e in Europa.

IN ITALIA SI ATTENDE ANCORA UNA LEGGE SUL CONSUMO DI SUOLO

Rigenerazione urbana e consumo di suolo costituiscono oggi un binomio inscindibile sul quale Parlamento e Governo discutono da anni senza giungere ad una definitiva approvazione di un testo di legge. Sono infatti passati 12 anni dalla prima proposta di legge governativa sul consumo di suolo. In questa XIX legislatura sono già stati depositati alcuni disegni di legge il cui esame però è ancora allo stadio iniziale. A livello europeo, nel novembre 2021 la Commissione europea ha approvato la “Strategia dell’UE per il suolo per il 2030” che ha fissato come obiettivo di lungo periodo un consumo netto di suolo pari a zero per il 2050. È attualmente in discussione una proposta di Direttiva per il monitoraggio e la resilienza del suolo (Soil Monitoring Law) con l’obiettivo di creare un sistema standardizzato di monitoraggio dei suoli europei. Purtroppo, il testo in discussione non rende vincolante nessuno strumento per occuparsi della salute e fertilità dei suoli per cui difficilmente riuscirà a fermare i processi di degrado del suolo né a prevenire e mitigare gli impatti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità.

PUNTARE SULL’AGROECOLOGIA

Siamo però tutti coinvolti nella sfida per la conservazione del suolo e responsabili del suo corretto utilizzo, attraverso un’agricoltura che segua i principi dell’agroecologia a livello globale, europeo e locale. Lo stile di vita dei cittadini ha poi un ruolo prioritario: scegliere prodotti locali, coltivati con metodi rispettosi del suolo, come l’agricoltura biologica, contribuisce alla sua tutela.

sardegna: wwf, ottima notizia decisione governo di impugnare “piano casa”

NELLE SCORSE SETTIMANE L’ASSOCIAZIONE AVEVA INVIATO UNA LETTERA AL GOVERNO SULLA LEGGE REGIONALE

La decisione del Consiglio dei Ministri che, su proposta del ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Mariastella Gelmini, ha deciso di impugnare il Piano casa della Regione Sardegna (legge regionale 1/2021) è un’ottima notizia. Nelle scorse settimane l’associazione del Panda con una lettera a firma della presidente Donatella Bianchi indirizzata al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro degli Affari regionali e le Autonomie Gelmini, al ministro della Cultura Franceschini e a quello della Transizione ecologica Cingolani aveva chiesto al governo di impugnare presso la Corte Costituzionale il “Piano Casa” della Regione Sardegna (legge regionale 1/2021) perché, secondo l’associazione si tratta di una provvedimento che “capovolge completamente l’impianto di tutele paesaggistico-ambientali contenute nel Piano paesaggistico regionale sardo, prevede un’indiscriminata colata di cemento, con possibilità di edificazione a pioggia nelle zone rurali e naturali (anche di pregio) e incrementi volumetrici, fino al 50 per cento per le strutture turistico ricettive”. Ora la parola passa alla Corte Costituzionale ma quello del governo è certamente un segnale importante per il territorio, la biodiversità e il futuro della Sardegna.
Roma, 20 marzo 2021

La storia infinita delle villette di Ganda. I magistrati: «Ora vanno demolite»

Da L’Eco di Bergamo del 25 Novembre 2019

Aviatico. Dopo quasi dieci anni di corsi, controricorsi, appelli e persino istanze alla Corte europea dei Diritti dell’uomo, la Procura generale della Corte d’appello di Brescia ha ordinato alla proprietà l’abbattimento delle tre villette costruite quasi dieci anni fa in un’area agricolo-montana. Il Wwf Bergamo auspica che si proceda «con urgenza al ripristino dei luoghi riportando l’ambiente naturale alle sue finalità ecologiche».

L’ultimo atto è l’ordinanza del giudice d’esecuzione della Prima sezione penale della Procura generale della Corte d’appello di Brescia, emessa alla fine del mese scorso, che ha intimato alla proprietà l’abbattimento delle tre villette costruite quasi dieci anni fa in un’area agricolo-montana a Ganda.

Tutto è iniziato nei primi mesi del 2010, quando il Comune aveva rilasciato il permesso di costruire ai proprietari dei terreni prativi posti su un valico poco sopra i 1.000 metri, oggetto di protezione faunistica provinciale per la presenza di rotte migratorie dell’avifauna. Il Wwf all’inizio dei lavori aveva presentato un esposto alla Procura di Bergamo. Dal mese di luglio del 2010 ha avuto inizio una «battaglia legale» a suon di ricorsi tra i legali del Wwf e dei proprietari. E con due direttive, una amministrativa, l’altra penale, che inizialmente sembravano dare ragioni ai proprietari. Ma non era finita: il 21 aprile 2016 la sentenza della Corte d’appello di Brescia ribaltava tutto. Tra i condannati per l’abuso, oltre alla proprietà, al progettista e alla ditta che aveva eseguito i lavori, anche il consulente tecnico del Comune, Michele Villarboito, che nel frattempo era diventato sindaco e che per questa condanna, in base alla legge Severino, era decaduto dalla carica nel 2017, sei mesi prima del voto. La Cassazione, nel maggio di due anni fa, respinse i ricorsi e ingiunse l’abbattimento dei tre fabbricati. Tutto finito? Macché. Il 21 agosto 2018 la Corte d’appello di Brescia sollecitava l’esecuzione dell’abbattimento delle villette al nuovo sindaco, Mattia Carrara, che emetteva l’ordinanza di abbattimento. Ma l’ordinanza era oggetto ancora di ricorso al Tar da parte della proprietà, che si è rivolta, nel frattempo, anche alla Corte di giustizia europea per i Diritti dell’uomo, presentando, nel contempo, richiesta di sanatoria. La domanda, però, come comunicato dal Comune, «non poteva essere considerata per la mancata demolizione entro i 90 giorni prevista dall’ordinanza», mancanza che di fatto ha fatto passare la proprietà dei fabbricati dai privati al Comune.

Dopo ulteriori passaggi fra Tar e Consiglio di Stato e in seguito ad altri ricorsi e memorie del Wwf, il 29 ottobre scorso è stata depositata dal giudice d’esecuzione delle sentenze della Corte d’appello di Brescia l’ordinanza con la quale viene rigettata sia la richiesta di sospensione per l’abbattimento delle villette fino all’esito della procedura in sanatoria, sia la richiesta di attendere la decisione della Corte europea dei Diritti dell’uomo (il giudice non ha ritenuto leso il diritto di proprietà), confermando l’ordine di demolizione.

L’auspicio del Wwf Bergamo è che si proceda «con urgenza al ripristino dei luoghi riportando l’ambiente naturale alle sue finalità ecologiche». A questo proposito, esiste un fondo di demolizione in aiuto dei sindaci per le spese di abbattimento di immobili abusivi. Quando i sindaci devono procedere alla demolizione di immobili si trovano in difficoltà per il reperimento dei fondi, ma è possibile recuperare i soldi attribuendo le spese alle persone ritenute colpevoli dei reati contestati. In aiuto dei sindaci, infatti, viene incontro il fondo demolizione opere abusive istituito nel 2003. In pratica, il sindaco può chiedere l’anticipazione delle somme necessarie per la demolizione alla Cassa depositi e prestiti che gestisce il fondo. Queste somme dovranno poi essere restituite alla stessa Cassa entro 60 giorni dalla data in cui il Comune recupererà i soldi coattivamente dai responsabili degli abusi.

E non esiste alcun vincolo in caso di ricorsi alla Corte europea dei Diritti umani in quanto, come ha specificato l’ordinanza del giudice di esecuzione nel caso di Aviatico, si tratta di una sentenza penale emessa dal supremo organo di giustizia di uno Stato che, seppur membro dell’Unione, tuttavia esercita le sue prerogative in applicazione di precise norme emesse nell’ambito del suo ordinamento giudiziario nel corso degli anni.