Sabato 25 marzo alle 20.30 torna Earth Hour, l’Ora della Terra: l’evento globale del WWF che dal 2007 unisce le persone in tutto il mondo invitandole a spegnere le luci per un’ora col desiderio di mostrare, attraverso questo gesto simbolico, quanto forte possa essere l’impatto di un’azione condivisa per salvare il Pianeta. L’Ora della Terra non è solo un appuntamento internazionale, ma la richiesta di unire le forze per agire e avere “-CO2 e +Natura” nelle nostre vite. È proprio l’equazione “- CO2 +Natura = Futuro” il messaggio scelto dal WWF Italia per invitare cittadini, comunità e aziende a spegnere le luci e regalarsi un’ora per la Terra, dedicando 60 minuti ad un’azione positiva per il futuro del nostro fragile Pianeta. Milioni di persone in oltre 190 Paesi e territori daranno vita così a “The Biggest Hour for Earth”, la più grande ora per la Terra, con l’obiettivo di trasformare questa singola ora in milioni di ore di azioni e momenti di consapevolezza sui rischi legati alla perdita di Natura e agli impatti del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, l’Ora della Terra di quest’anno servirà anche come potente promemoria sull’importanza del nostro Pianeta, della necessità di proteggerlo e su quanto poco tempo abbiamo per farlo, per un futuro più giusto e sostenibile per tutti. Earth Hour 2023, infatti, arriva sulla scia dello storico accordo Kunming-Montreal alla COP15 che, nel dicembre 2022, ha visto il mondo impegnarsi per arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030. I prossimi sette anni saranno, quindi, cruciali per garantire che il decennio si concluda con più Natura e biodiversità e per rimanere sotto la soglia di 1,5°C di riscaldamento globale, per evitare danni irreversibili al nostro Pianeta e alle nostre vite. I Paesi di tutto il mondo si stanno già preparando per Earth Hour 2023, coinvolgendo centinaia di influencer e di celebrità locali pronti a mostrare il loro sostegno a “The Biggest Hour for Earth”, e organizzando una serie di eventi che si terranno il 25 marzo. Il WWF-Mongolia ospiterà quest’anno una sfilata di moda sostenibile che si svolgerà con stilisti locali, con abiti realizzati in materiali riciclatii. Il WWF-Lettonia ospiterà ancora una volta il suo tradizionale concerto Earth Hour insieme a diverse escursioni nella natura con i suoi partner e sostenitori. Il WWF in Italia ha attivato tutta la sua rete di rete di volontari e Oasi sul territorio, che spegneranno i monumenti delle principali città e organizzeranno iniziative e appuntamenti. L’evento centrale italiano si svolgerà sabato 25 marzo a Roma, ore 20,30 al Colosseo, e nel momento dello spegnimento sarà presente un ospite speciale, che verrà svelato proprio in quella occasione. Insieme al Colosseo in Italia verranno spente le luci di Piazza San Marco a Venezia, a Trieste la facciata principale del Palazzo Municipale, a Catania il Palazzo degli Elefanti, a Trento il Castello del Buonconsiglio e il MUSE – Museo delle Scienze, a Bolzano il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige: questi sono solo alcuni esempi delle 60 adesioni all’evento internazionale ricevute fino ad oggi. Earth Hour 2023 ha ricevuto i patrocini della Presidenza del Consiglio dei Ministro, Anci, Camera dei Deputati, Senato e di Roma Capitale. All’iniziativa Earth Hour 2023 è stata conferita anche la Medaglia della Presidenza della Repubblica.“Earth Hour è la festa dei cittadini, del Pianeta, della Natura. Quest’anno vogliamo che il maggior numero possibile di persone si senta ispirato e stimolato a fare la propria parte, anche piccola, per la Terra– afferma Kirsten Schuijt, recentemente nominata direttrice generale del WWF Internazionale-. Si potranno spegnere le luci o cambiare le proprie abitudini quotidiane, scegliendo di compiere un gesto positivo per il Pianeta: solo insieme potremo fare in modo che il 2023 sia un anno di cambiamento per raggiungere il nostro obiettivo nature positive al 2030”.
Un comportamento gravissimo che viola le leggi e i decreti del Governo
In
queste settimane, mentre l’Italia è in piena emergenza
“Coronavirus”, molte regioni, approfittando del comprensibile e
basso livello di attenzione della opinione pubblica, stanno emanando
provvedimenti a favore della caccia, a partire dalle leggine incostituzionali
fino alle autorizzazioni per l’attuazione di piani di “controllo”
della fauna, che consentiranno ai cacciatori-selecontrollori di uscire sul
territorio in totale disprezzo ai provvedimenti restrittivi assunti dal
Governo.
Lo
denunciano le associazioni ENPA, LAC, LAV, LIPU e WWF ITALIA, che sottolineano come la
“caccia e attività connesse” siano escluse da quelle che sono state
autorizzate in quanto non differibili.
Alcune
regioni, come l’Emilia-Romagna e il Veneto, continuano a mantenere
attivi o ad attivare i “piani di controllo della fauna selvatica”
non solo con personale pubblico – che potrebbe essere impiegato diversamente
in questo periodo – ma anche con l’ausilio di operatori privati – ovvero
cacciatori – consentendo loro di spostarsi all’interno delle rispettive
province a nonostante le limitazioni introdotte per contenere il
contagio.
La
Regione Sardegna ha trovato il tempo di approvare
l’ennesima norma incostituzionale proprio sul controllo faunistico, dando la
possibilità al proprietario di un fondo agricolo di coinvolgere liberamente,
attraverso una delega, il cacciatore di turno. Eppure, sono ben sei le
sentenze della Corte Costituzionale che hanno bocciato analoghe leggi proprio
perché introducevano figure private non contemplate dalla legge nazionale 157
del 1992 sulla tutela della fauna.
Ancora
peggio, la Regione Piemonte che, noncurante della già grave
pressione venatoria subita da molte specie di uccelli selvatici e dei
richiami dell’Unione Europea ha formulato un nuovo disegno di legge per
regalare ai cacciatori possibilità di sparo per altre 15 specie (delle quali
molte versano in stato di conservazione sfavorevole), cancellando invece la
norma che avrebbe consentito ai proprietari dei fondi di vietare la caccia
sui propri terreni.
Anche
la Regione Puglia ha recentemente emanato un
provvedimento che prevede l’aumento del numero dei rappresentanti delle
associazioni venatorie nelle commissioni esami per il rilascio della licenza
di caccia, da 3 a 6, a discapito della componente ambientalista. Il Lazio ha addirittura approvato una
norma per la caccia nelle “aree contigue” del Parco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e Molise, dove vive l’Orso marsicano già a rischio di
estinzione.
“Tutte
queste misure – concludono le associazioni – determinano l’illegittimo
abbassamento del livello di tutela dell’ambiente e della fauna selvatica
previsto dalla normativa nazionale e sovranazionale e perseguono il solo ed
unico obiettivo di ampliare i margini per lo svolgimento della pratica
venatoria che, lo si ribadisce, è una mera attività ludica, violando
addirittura i DPCM emanati a tutela della salute pubblica. Un atteggiamento
che va davvero condannato, in un momento in cui dovremmo tutti sostenere le
iniziative di sicurezza del Governo e operare solo e unitamente per il bene
comune”.
Questo
comunicato è inviato a nome e per conto delle Associazioni di
protezione ambientale: WWF, Lega Italiana Protezione
Uccelli, Lega Abolizione Caccia, Ente Nazionale Protezione Animali
e LAV.
Roma,
3 aprile 2020
Le malattie che disegnano la storia e tormentano le giornate dell’uomo sono dovute proprio a quegli organismi che mettiamo più in basso nella gerarchia delle specie: batteri, virus, protozoi e nematodi. Questo esercito di piccoli e agguerriti parassiti è quotidianamente alimentato da tutto quello che di pericoloso facciamo nella biosfera.
Facilitati dalla distruzione degli ecosistemi e dal riscaldamento globale, dall’inquinamento e dall’aumento della popolazione, i nostri veri nemici stanno vivendo una rivoluzione epocale: hanno nuovi spazi da conquistare e nuove prospettive di sviluppo. Viaggiano in aereo, si diffondono negli ambienti degradati o nei centri affollati e, soprattutto, approfittano dell’assenza o della scomparsa di piante e animali che in qualche modo li tenevano a bada.
Come scrive il naturalista David Quammen (“Spillover” Adelphi 2017) “là dove si abbattono gli alberi e si uccide la fauna, i germi del posto si trovano a volare in giro come polvere che si alza dalle macerie…i virus si adattano bene e velocemente alle nuove condizioni create dall’uomo”. Le cosiddette malattie emergenti – come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviaria, influenza suina e oggi il coronavirus – non sono catastrofi naturali e accadimenti del tutto casuali, sono spesso la conseguenza del nostro intervento maldestro di distruzione degli ecosistemi.
Gli ecosistemi naturali, come le foreste, le praterie, la rete di acque dolci e salmastre, vengono distrutti per far posto alla sempre più invadente presenza umana umana, che si circonda di cemento, asfalto, di terra nuda coperta di rifiuti. Scompaiono gli ecosistemi naturali e con loro i piccoli e grandi animali che si cibano dei nostri parassiti (pensiamo solo ai grandi divoratori di zanzare come pesci e uccelli) e arrivano a frotte i microrganismi responsabili delle nostre infezioni.
Le periferie, degradate e senza verde di tante metropoli tropicali, si trasformano un crogiuolo perfetto per malattie pericolose come la febbre dengue, il tifo, il colera, la chikungunya (ce la siamo già dimenticata?).
I mercati di quelle stesse metropoli, che siano in Africa o in Asia, spacciano quello che rimane della fauna predata: animali selvatici vivi, parti di scimmie, carne di serpente, scaglie di pangolini, e tanti altri ancora, creando nuove succose opportunità per vecchie e nuove zoonosi.
E in tutta questa sarabanda il riscaldamento globale è l’ultimo perfetto condimento: quale virus o batterio non predilige il caldo umidiccio delle nuove condizioni climatiche?
Questo è il drammatico scenario che con la distruzione della biodiversità ci stiamo allegramente apparecchiando.
A questo punto abbiamo davanti a noi due strade. Possiamo immaginare un futuro con ospedali sempre più grandi, vaccini sempre più potenti, disinfettanti sempre più tossici, oppure possiamo rimboccarci le maniche e iniziare a ricostruire qualcosa di quello che abbiamo distrutto rimettendo insieme i pezzi degli unici sistemi in grado di proteggerci da epidemie e catastrofi: gli ecosistemi. A noi la scelta.
I tre Ministeri MIPAAFT, MATTM, SALUTE stanno elaborando la bozza del nuovo Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei pesticidi in Italia, scaduto il 12 febbraio.
L’elaborato dovrà essere presentato entro fine aprile, a seguito del quale la bozza sarà aperta alla presentazione di osservazioni e proposte di emendamenti da parte di Regioni e altri Enti pubblici, Associazioni di categoria, professionisti, Associazioni di protezione ambientale, comitati di cittadini o singole persone interessate.
Il 14 aprile in tutta italia scenderanno in piazza associazioni, movimenti e comitati di cittadini interessati con azioni pacifiche di FLASH MOB. L’obiettivo è quello di chiedere al governo un PAN Pesticidi che promuova un’agricoltura più sostenibile e attenta alla salute di cittadini, ambiente e dei tanti insetti che vivono nel nostro territorio.
Sei un’OA o un’Associazione e vuoi organizzare un Flash Mob #StoPesticidi nel tuo comune?
L’Italia ha recepito la Direttiva europea 2009/128/CE per promuovere l’utilizzo sostenibile dei pesticidi nel 2012 con il decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150, «Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi». Nel 2014 il primo PAN Pesticidi è stato adottato ufficialmente.
Il PAN in questione è scaduto quest’anno, il 12 febbraio 2019, ed è ora in corso la sua revisione da parte dei tre Ministeri competenti (MIPAAFT, MATTM, SALUTE), revisione che si concluderà con l’apertura della consultazione pubblica prevista entro il mese di aprile 2019.
Il PAN Pesticidi Precedente
NON aveva definito obiettivi quantitativi vincolanti di riduzione dei pesticidi.
NON comprendeva l’obiettivo di sostituire totalmente i pesticidi con metodi non chimici per le aree più vulnerabili identificate dal piano.
NON prevedeva norme cogenti per la tutela delle abitazioni e delle colture in agricoltura biologica, riducendo i rischi di una possibile contaminazione accidentale.
NON prevedeva obblighi cogenti e divieti per l’uso dei pesticidi nelle città per la manutenzione del verde urbano, pubblico e privato.
NON prevedeva alcuna limitazione per l’utilizzo di pesticidi da parte dei privati in orti e giardini.
NON sono state applicate le “Linee guida di indirizzo per la tutela dell’ambiente acquatico e dell’acqua potabile e per la riduzione dell’uso di prodotti fitosanitari e dei relativi rischi nei Siti Natura 2000 e nelle aree naturali protette” definite dal decreto del 10 marzo 2015.
Il nuovo PAN Pesticidi
Quest’anno ci siamo uniti alla Campagna “Cambia la Terra”promossa da Federbio ed altre Associazioni per denunciare gli impatti dei pesticidi sulla salute umana, sull’ambiente e sulla natura e promuovere un’agricoltura biologica.
Insieme abbiamo definito le proposte di regole obbligatorie e vincolanti che il nuovo PAN Pesticidi deve prevedere a tutela della salute dei cittadini, della biodiversità e delle produzioni con metodi biologici:
Il 40% della SAU (Superficie Agricola Utilizzata) nazionale deve essere condotta con il metodo biologico entro il 2030.
Indicare le distanze minime di sicurezza dalle abitazione, dalle aree pubbliche e dalle coltivazioni biologiche per i trattamenti fitosanitari.
Prevedere misure regolamentari (obblighi e divieti) per l’utilizzo di principi attivi, di cui è stata accertata la pericolosità per habitat e specie selvatiche, nei siti Natura 2000 e nelle aree Naturali protette.
Adottare tecniche biologiche per la manutenzione nelle aree non agricole (rete ferroviaria, viaria).
Vietare l’uso del glifosate in Italia entro il 2022
Definire criteri più rigorosi per la concessione delle deroghe per l’utilizzo di principi attivi vietati a causa della loro pericolosità per la salute umana e per gli ecosistemi
Rafforzare i sistemi di monitoraggio e controllo sulla presenza di pesticidi nelle acque superficiali e sotterranee, nel suolo e nel cibo
Maggiore formazione dei tecnici e degli agricoltori per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari, con l’obbligo di fornire sempre informazioni anche sulle tecniche e pratiche agroecologiche alternative all’utilizzo della chimica di sintesi.
Per un’agricoltura più verde, uno dei punti fondamentali da cui partire è sicuramente la riforma della Politica Agricola Comune dell’Unione Europea (PAC) che fino ad oggi ha nettamente privilegiato gli investimenti verso l’agricoltura convenzionale che utilizza troppi pesticidi.
I Soci e le Socie sono invitati a partecipare all’Assemblea Ordinaria dell’Associazione, che avrà luogo presso la sede operativa OASI WWF di WWF Valpredina, via F. Lussana 2, Cenate Sopra (BG)
il giorno 12 aprile 2019 alle h. 06,00 (in prima convocazione)
il giorno 13 aprile 2019 alle h. 16,00 (in seconda convocazione)
per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO:
-Approvazione del rendiconto finanziario al 31.12.2018 -Approvazione rendiconto preventivo 2019; -Programmazione 2019 e progetti in corso; -Aggiornamenti da WWF Italia per nuova legislazione Terzo Settore -Varie ed Eventuali;
da La Stampa del 19-3-2019 – di Roberto Giovannini
Cosa possiamo fare davvero per il clima? Ecco una rapida e utile lista di azioni che ognuno di noi può attuare ogni giorno. La più importante? Spingere i governi ad agire
Venerdì 15 in tanti hanno
manifestato con il #Fridaysforfuture per una mobilitazione
globale per limitare il cambiamento
climatico e le sue catastrofiche conseguenze per il futuro della Terra. Una
protesta generosa, pulita, entusiasmante, con protagonisti tanti giovani e
giovanissimi, che chiedono azioni concrete e non chiacchiere. Quali? Ecco una
piccola lista di cose che possiamo (e dobbiamo) fare per il Pianeta.
1. Mangiamo bene
Ogni anno buttiamo via tonnellate di cibo ancora buono da mangiare: per
produrlo e farlo arrivare nel nostro frigo è stata impiegata molta acqua, molta
energia, molte emissioni. Facciamo bene la spesa: acquistiamo cibi con scadenza
“corta”, prodotti localmente, di stagione. Ridurre i consumi di carne e
mangiare bio non è sbagliato.
2. Piantiamo alberi
Gli alberi forniscono
ossigeno, «mangiano» CO2, rinfrescano il clima in città. Difendiamo ed
estendiamo i parchi e le ville nelle città, piantiamo alberi se possibile: ogni
pianta dà un aiuto effettivo. Non acquistiamo mobili e oggetti in legno di cui
non sia certa una provenienza certificata.
3. Spostarsi sostenibilmente
Il trasporto è un’importante
sorgente di gas serra e di inquinamento. In città è bene spostarsi con i mezzi
pubblici, a piedi o in bicicletta, che fa anche bene alla salute. L’auto può
essere in sharing, oppure ne basta una per famiglia: possibilmente ibrida,
meglio ancora se del tutto elettrica. In ogni caso: andare piano. Per i viaggi
più lunghi, potendo, meglio il treno dell’aereo.
4. I rifiuti non sono rifiuti
Rispettiamo le regole della
raccolta differenziata, suddividendo l’immondizia in umido, vetro, carta,
metalli, plastica. Lampadine, prodotti elettronici, ogni oggetto, ogni
materiale può essere trasformato o recuperato. Il motto è reduce,
reuse, recycle, ovvero ridurre, riusare, riciclare.
5. Acquistiamo intelligente
Si possono sostenere prodotti
e industrie con soluzioni eco-friendly e durature, favorendo
la trasformazione green dell’economia. Scegliere guardando le
etichette dei consumi energetici, il contenuto di materiale riciclato, la
recuperabilità.
6. Investimenti etici
I nostri risparmi, i nostri
conti bancari, i nostri investimenti possono essere messi al servizio della
difesa dell’ambiente o alimentare l’economia fossile, le industrie inquinanti,
le produzioni militari. Scegliere la finanza che punta sulla sostenibilità è
facile, e ha un grande impatto globale.
7. Non sprecare l’acqua
Conserviamo acqua, riduciamone
il consumo. Non utilizzare sempre e comunque l’acqua in bottiglia: c’è quella
pubblica. Usiamo la lavatrice sempre a pieno carico; per la pulizia di casa
utilizzare solo detersivi o detergenti non tossici e non inquinanti.
8. Energia? Pulita
Scegliamo un fornitore di
elettricità che utilizzi energia da fonti rinnovabili e non fossili. Scegliamo
gli elettrodomestici più efficienti, usiamo le modalità eco e
“pieno carico”. Lampadine solo a risparmio energetico. Se possiamo, installare
pannelli solari per l’acqua, fotovoltaici e mini generatori eolici per
l’energia.
9. Il riscaldamento
Una casa «colabrodo
energetico» spreca una montagna di danaro e di preziosa energia. Usiamo i bonus
fiscali statali per comprare caldaie a bassi consumi, infissi isolanti,
«cappotti termici». Usiamo termostati e programmazione oraria per avere un
riscaldamento (o raffrescamento) adeguato, non esagerato e non sprecone.
10. Facciamoci sentire
È vero: il cambiamento
climatico è una questione immensa, e non si può rimediare solo mutando i nostri
comportamenti quotidiani. Che servono, ma solo se accompagnati dalle scelte
giuste e coraggiose che devono prendere i principali Stati e governi. Tutti
insieme, e in tempi rapidi. Dunque, bisogna informarsi, capire, leggere i giornali.
È bene parlare con le altre persone, diffondere la conoscenza, esigere – nelle
piazze, nei luoghi di lavoro, ma anche al momento del voto – che i nostri
rappresentanti prendano iniziative concrete sul clima e l’ambiente.
Earth Hour (Ora della Terra) è la grande mobilitazione globale del WWF che, partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, unisce cittadini, istituzioni e imprese in una comune volontà di dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. È la dimostrazione che insieme si può fare una grande differenza.
Dalla prima edizione del 2007, che ha coinvolto la sola città di Sidney, la grande ola di buio si è rapidamente propagata in ogni angolo del Pianeta, lasciando al buio piazze, strade e monumenti simbolo come il Colosseo, Piazza Navona, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, Il Ponte sul Bosforo e tanti altri luoghi simbolo, per manifestare insieme contro i cambiamenti climatici.
Perché abbiamo ancora bisogno di questi gesti simbolici?
La risposta di Fulco Pratesi, fondatore e Presidente onorario del WWF Italia
Il cambiamento climatico
Il cambiamento climatico evolve molto rapidamente e gli impatti sono sempre più seri e preoccupanti. Finora le azioni dei Governi a livello nazionale e globale sono state troppo lente e poco incisive, non al passo con un rischio che mette a repentaglio il Pianeta come lo conosciamo e dunque la stessa civilizzazione umana.
L’effetto-clima sulle specie animali e vegetali è un amplificatore della “Sesta estinzione di massa” che l’uomo sta provocando nei confronti della ricchezza della vita sul pianeta. Ma, al contrario delle prime 5 estinzioni già avvenute, non è frutto di fenomeni geologici naturali ma avanza rapidissima ed è causata da una sola specie: l’uomo.
La IUNC (International Union for Conservation of Nature) ci ricorda che quasi la metà (il 47%) delle specie di mammiferi monitorate e quasi un quarto delle specie di uccelli (24.4%) subiscono l’impatto negativo dovuto ai cambiamenti climatici. In totale si tratta di circa 700 specie..
Nella COP21 di Parigi, nel dicembre del 2015, si è però raggiunto un accordo storico che può segnare una inversione di tendenza, a patto che si acceleri la decarbonizzazione, cioè l’abbandono dei combustibili fossili e il passaggio all’energia rinnovabile e a modelli di efficienza e risparmio energetico.
Quali sono gli obiettivi di Earth Hour?
La risposta di Maria Grazia Midulla, responsabile Clima ed Energia WWF Italia
Dobbiamo mobilitarci tutti, fare la nostra parte e pretendere che i Governi assumano la CRISI del clima come priorità.. Le giovani e le future generazioni hanno il diritto di ricevere in eredità un mondo pieno di vita e che non sia condannato a cambiamenti climatici catastrofici.
A chi ci rivolgiamo:
A tutti gli abitanti del Pianeta Terra;
Ai giovani, cioè a coloro che rischiano di vedere le conseguenze più drammatiche del cambiamento climatico;
Alle Istituzioni, a partire dalle città, che possono diventare motori e pungolo del cambiamento;
Alle imprese, che possono divenire attori dell’economia del futuro ;
L’evento nazionale WWF dedicato alla biodiversità in città nella seconda edizione punta sull’effetto ‘benessere’ della natura urbana sui più piccoli
L’elisir di buona salute per tutti noi, e in particolare per i più piccoli, è nascosto nel verde urbano: è questo il principio dal quale dovrebbe partire la progettazione delle nostre città per restituire agli abitanti la ‘biodiversità perduta’ e dare finalmente valore alla natura, soprattutto nelle metropoli. È lo spirito che anima URBAN NATURE 2018, la giornata autunnale, giunta alla sua seconda edizione, che il WWF organizza domenica 7 ottobre in tutta Italia con un grande coinvolgimento popolare e dedicata ad un nuovo modo di pensare gli spazi urbani. Urban Nature è patrocinato a livello nazionale dai Ministeri dell’Ambiente, dall’ANCI e dall’Assessorato alla Sostenibilità Ambientale del Comune di Roma. Si svolgerà in collaborazione con il MIUR (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, l’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS) e l’Arma dei Carabinieri e vedrà la partecipazione dell’AGESCI. L’evento è inoltre supportato da Procter&Gamble Italia.
Quest’anno il WWF punterà i riflettori sugli effetti che provoca uno stile di vita condizionato dal vivere in un ambiente artificiale dove la natura e la salute vengono spesso al secondo posto e dove i più piccoli sono anche i più colpiti. Si proporranno anche soluzioni, ideate soprattutto dai giovani, per promuovere e proteggere la biodiversità in ambito urbano da rilanciare ad amministratori, comunità, cittadini, imprese, università e scuole.Sulla necessità di un cambiamento degli spazi urbani a favore della salute dei più piccoli anche la comunità medica è ormai concorde:“Le nostre città non sono progettate per i bambini. In media l’80% degli spazi pubblici urbani è occupato dal traffico automobilistico, che ostacola la possibilità di movimento attivo dei bambiniRicorda il pediatra Giacomo Toffol, coordinatore del gruppo Ambiente&Salute dell’Associazione Culturale Pediatri che spiega: “Le uniche isole tutelate sono i parchi urbani, purtroppo insufficienti e spesso non curati. Tutti i bambini, e soprattutto quelli che vivono in condizioni sociali più svantaggiate, hanno però bisogno di un contatto costante con la natura per crescere in modo equilibrato. Svariati sono infatti gli studi che dimostrano che la disponibilità di spazi verdi nelle zone di residenza è fondamentale per garantire il loro benessere fisico, psichico e relazionale. Incrementare questa disponibilità significa quindi migliorare il benessere dei bambini”.
In occasione di Urban Nature il WWF lancerà un nuovo Report sul “BENESSERE E NATURA: CITTÀ VERDI A MISURA DI BAMBINO”, un panorama sul valore della natura per il benessere umano, in particolare nell’ambito urbano, sugli studi degli effetti della natura e in particolare del ‘verde in città’ sulla salute umana e sul Deficit di Natura legato allo stile di vita dei giovani abitanti delle metropoli. Per sottolineare l’importanza degli alberi ‘amici delle città’ il WWFha anche stilato una MAPPA delle 10 ‘funzioni principali’ che la natura urbana garantisce grazie alla presenza di parchi, ville e giardini pubblici e privati: dalla difesa dai picchi di calore dovuti al cambiamento climatico all’estetica delle metropoli, dall’attrazione turistica all’aumento del valore immobiliare , tutti elementi fondamentali per il nostro benessere. Il Report è stato realizzato dal WWF in collaborazione con l’Associazione Italiana Studi sulla Qualità della Vita (AIQUAV) che riunisce i migliori esperti che si occupano del benessere e della qualità della vita e con il contributo dell’Associazione Culturale Pediatri(ACP).
L’EVENTO. Domenica 7 ottobre Urban Nature, giunto alla sua seconda edizione, animerà circa 40 città italiane, piccole e grandi: l’invito ad un’intera giornata di festa della natura urbana è rivolto a famiglie, bambini, giovani, studenti, appassionati di natura e non, pubblico che frequenta i parchi, turisti e le tante comunità locali già attive da anni nelle aree urbane sul territorio in azioni concrete di difesa della natura.
LE CITTÀ DI “URBAN NATURE” sono oltre 40 tra cui Torino, Milano, Firenze, Bologna, Palermo, Catania, Napoli, Salerno, Bari, Trento, Venezia, Catanzaro, Padova, Pescara nelle quali si prevedono complessivamente circa 100 eventi. L’iniziativa sarà promossa all’interno di parchi Urbani, Oasi Urbane e Periurbane, Giardini e Orti condivisi, quartieri con spazi verdi diffusi etc, anche in collaborazione con l’Associazione Nazionale dei Musei Scientifici con la quale il WWF ha un Protocollo di intesa decennale e che sta promuovendo presso la sua rete di circa 200 Musei l’organizzazione di iniziative dedicate a scoprire la natura in città, dentro e fuori le strutture museali.
In Provincia di Bergamo l’appuntamento è a Pontirolo Nuovo presso il Renovapark oasinaturalistica pontirolese dalle 14 alle 18. Durante tutto il pomeriggio: osservazioni naturalistiche nel parco, giochi all’aperto, mostra fotografica, presentazioni multimediali, laboratori artistici e realizzazione di nidi e mangiatoie, trucca-bimbi, merenda a base di miele del parco e caldarroste scoppiettanti sul falò. Alle 15,00 è in programma una caccia al tesoro. Per info cell 3478819234
In Provincia di Brescia l’appuntamento è nel Parco Ducos 2 in via del Piave a Brescia dalle 9,00 alle 12,00. Urban Nature è il nostro evento tutto dedicato alla Natura urbana attraverso il quale invitiamo tutti voi che abitate nelle città ad esplorare, conoscere e ‘ri-costruire’ la biodiversità delle metropoli italiane.
Durante l’evento nelle varie città si useranno anche APP gratuite sviluppate dal progetto europeo di citizen science CSMON-LIFE per scoprire e mappare le specie animali e vegetali osservate.
Raccontaci attraverso uno spot o un video il valore della Natura nella tua città, hai tempo fino al 10 settembre 2018!
Si vive meglio in una città ricca di zone verdi accessibili? Cosa significa la Natura per te, per un bambino, per un ragazzo, per una mamma o un papà? E’ possibile migliorare o aumentare il nostro spazio verde in città ?
Partecipare è facile, basta realizzare uno spot o un breve video che abbiano al centro la natura in città, la nostra percezione o rapporto con la biodiversità, le pratiche di resilienza che sono capaci di prendersi cura della natura e di ampliare lo spazio ad essa dedicato. I migliori saranno premiati con premi importanti in denaro o buoni premio.
Zooppa sostiene il nostro Video Contest “Urban Nature”
Anche quest’anno le attività organizzate dalla nostra Associazione sono molteplici e spaziano su un territorio più ampio rispetto al passato, comprendendo infatti anche la provincia di Brescia, oltre a quella di Bergamo.
Avremmo bisogno di rinforzare il nostro gruppo di volontari soprattutto sulla provincia di Brescia.
Cerchiamo persone amanti della natura che vogliano dedicare qualche ora del loro tempo alle nostre attività.
Qui di seguito alcuni degli appuntamenti previsti per quest’anno:
Marzo 2018
Raccolta segnalazioni nei luoghi delle due province (Bergamo e Brescia) interessati dalla migrazione degli anfibi
Collaborazione con gli Enti e le GEV per la raccolta dei Bufo Bufo ( date già definite dagli organizzatori)
Marzo – Aprile 2018
Supporto nelle attività di manutenzione e riordino prima delle aperture ufficiali al pubblico per le visite guidate nell’area protetta della Riserva Naturale di Valpredina Oasi WWF (Cenate Sopra) e nell’area protetta di Renova Park (Pontirolo Nuovo)
Maggio 2018
Partecipazione alla Giornata Oasi con tavolo istituzionale WWF per iscrizione nuovi soci WWF
Per maggiori informazioni contattare telefonicamente in orari d’ufficio la sede operativa allo 035.956140.