Piano Lupo: WWF scrive a ministero Ambiente e Regioni

APPROVARE IL PIANO STRALCIANDO PARAGRAFO CHE PREVEDE ABBATTIMENTI LEGALI

“Il Piano lupo ritorni nei prossimi giorni in discussione in sede tecnica, con un confronto aperto a tutte le parti interessate, partendo però da un punto fermo, l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo per la gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche”. Lo scrive la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi in una lettera in cui il WWF chiede al ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti, ai presidenti e agli assessori regionali competenti una rapida approvazione del Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia con lo stralcio del paragrafo III.7 in cui è prevista la possibilità di abbattimenti legali.

La lettera al Ministero e alle Regioni è accompagnata da un documento in cui l’Associazione spiega, nel dettaglio, le motivazioni della propria opposizione all’ipotesi di abbattimenti legali. In particolare il WWF sottolinea che per l’oggettiva carenza di dati attendibili sullo status della popolazione della specie (in particolare per la sottopopolazione appenninica), sull’incidenza della mortalità dovuta al bracconaggio, sulla reale entità e localizzazione dei danni alla zootecnia e la carente applicazione delle soluzioni e tecniche per la loro prevenzione in molte regioni, non sussistano le condizioni per l’applicazione di deroghe.

Oggi è possibile un accordo per lo stralcio del paragrafo III.7, come auspicato anche dalla maggioranza dei Presidenti delle Regioni: 11 su 20 hanno, infatti, pubblicamente dichiarato la loro posizione contraria ad un Piano che contempli anche la possibile autorizzazione agli abbattimenti legali.

Per il WWF è vitale che l’accordo della Conferenza Stato-Regioni indichi anche le fonti per il finanziamento dell’attuazione del Piano di gestione del Lupo: infatti, per evitare che le azioni previste restino prive di copertura e, quindi, sostanzialmente inapplicate, i costi non possono essere a carico solo delle Regioni. Per l’Associazione esiste il rischio che, una volta approvato, il Piano possa rimanere sostanzialmente non attuato, come già accaduto con la precedente versione del 2002. Per questo è importante prevedere l’immediata attivazione, da parte della Direzione Protezione della Natura del Ministero dell’Ambiente, della “Piattaforma Nazionale Lupo” indicata al paragrafo II.3.4 del Piano, per un opportuno coordinamento e monitoraggio dell’attuazione delle azioni previste, con il coinvolgimento di tutte le parti sociali ed economiche interessate e non solo dei soggetti istituzionali competenti.

Il Piano dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, per la lotta al bracconaggio, per il contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane-lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia.

Nei giorni che ci separano dalla riunione della Conferenza Stato-Regionichiamata ad approvare il documento (informazioni attendibili parlano del 23 febbraio) è possibile trovare un accordo per arrivare ad un Piano che, in tutti i suoi aspetti, riconosca il valore del lupo come componente del capitale naturale della Nazione, senza trascurare il valore che le attività del settore zootecnico hanno per l’economia rurale del nostro Paese.

Il WWF auspica la ripresa del confronto in sede tecnica e politica, tra Ministero dell’Ambiente e Regioni, ma è pronto alla mobilitazione insieme ai tantissimi cittadini che lo scorso 2 febbraio hanno fatto sentire, forte e chiara, la propria voce in difesa del lupo.

Sul sito web del WWF il testo integrale del Piano sulla gestione del lupo in Italia predisposto dal Ministero dell’Ambiente.

Leggi la lettera del WWF al ministro dell’Ambiente e alle Regioni

Roma, 15 febbraio 2017

 

Ufficio Stampa WWF Italia

Tel. 06-84497 213 – 266 – 332

Cel. 340 9899147 – 329 8315725

CAMPAGNA SOCIAL DEL WWF FA IMPENNARE #SOSLUPO

Comunicato stampa

In migliaia hanno risposto all’appello per cancellare ipotesi di uccisione lupi dal Piano

 Non solo cinguettii ma veri e propri ululati. Quelli, che oggi, hanno affollato Twitter portando in poche ore l’hashtag #soslupo lanciato dal WWF ai primi posti nella classifica dei tag più twittati sul social network (tra i primi 5). Il segnale da cogliere è che tante migliaia di persone si sono mobilitate in rete accogliendo l’Appello rivolto al Presidente del Consiglio, al Ministro dell’Ambiente e al Presidente della Conferenza Stato-Regione per chiedere che dal Piano di Gestione del lupo venga tolta ogni ipotesi di abbattimento per questa specie. L’intensa Campagna Social era partita lunedì scorso con la vignetta disegnata per il WWF da Silver con le ‘proteste’ di Lupo Alberto.

In pochi giorni la pagina Facebook di WWF ha raggiunto circa 1,6 milioni di visualizzazioni con un’interazione sui post pari a circa 180.000 tra like, commenti e condivisioni. La vera e propria ‘tempesta’ di tweet registrata stamattina sul profilo WWF è stata il culmine di un’interazione che in pochi giorni ha visto oltre 230.000 persone raggiunte e oltre 1.300 retweet.

Tra le migliaia di cittadini, anche volti noti che, insieme alla Presidente del WWF Donatella Bianchi,  hanno rilanciato sui propri profili le richieste di #soslupo:  Gabriele Muccino, Alessandro Gassman, Sabina Guzzanti, Donatella Rettore, Riccardo Bocca, Rosaria Renna insieme .

La mobilitazione del WWF prosegue : i volontari nel  pomeriggio saranno davanti alla sede della Conferenza Stato-Regioni (Via della Stamperia – 14.30).

Roma, 3 febbraio 2017

 

Ufficio Stampa WWF Italia

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WWF: “ RINVIO PIANO, ALL’UNANIMITA’ E’ UN PRIMO IMPORTANTE SEGNALE POLITICO ISTITUZIONALE . ORA SI TORNI AL CONFRONTO TECNICO”

Comunicato stampa 

#SOSLUPO

 

WWF: “ RINVIO PIANO, ALL’UNANIMITA’  E’ UN PRIMO IMPORTANTE SEGNALE POLITICO ISTITUZIONALE . ORA SI TORNI AL CONFRONTO TECNICO”

SODDISFAZIONE DELL‘ASSOCIAZIONE : “ADESSO LAVORIAMO TUTTI PER LA CONSERVAZIONE DEL LUPO NEL NOSTRO PAESE ARCHIVIANDO L’OPZIONE ABBATTIMENTI LEGALI”.

La decisione della Conferenza Stato-Regioni di rinviare l’approvazione del Piano per la conservazione e gestione del lupo, come richiesto dal WWF Italia e da tante migliaia di cittadini italiani che si sono mobilitati sui social network nelle azioni promosse dall’Associazione, sono un primo importante segnale” –  ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia

 Per il WWF questo rinvio rappresenta una autentica polizza assicurativa sulla vita del Lupo, richiesta a gran voce dalla maggioranza dei cittadini italiani. Il Piano ritorna adesso in discussione in sede tecnica ma il confronto con tutte le parti interessate dovrà partire da un punto fermo: l’abbattimento legale del Lupo non può essere un metodo ordinario di gestione dei conflitti tra la specie e le attività zootecniche.

Il WWF da oltre due anni ha evidenziato al Ministero, anche con osservazioni tecniche, i nodi che oggi sono venuti al pettine – In particolare abbiamo sempre sostenuto che le misure di prevenzione del Piano erano correttamente individuate ma che in assenza di finanziamenti specificatamente previsti queste sarebbero rimaste solo virtuali- ha continuato Donatella Bianchi –   Dal piano andavano stralciati gli abbattimenti e andavano previsti  tempi e risorse congrue. Molte delle nostre richieste, rimaste inascoltate, rispecchiano proprio alcune delle problematiche che le Regioni stesse stanno sollevando.  L’auspicio, ora, è che si torni ad un confronto sereno e costruttivo con tutti i soggetti interessati per arrivare rapidamente all’approvazione di un Piano con azioni concrete ed efficaci che escluda gli abbattimenti legali ,disciplinando l’applicazione della possibile deroga prevista dalla Direttiva UE Habitat solo in casi eccezionali ed ultima opzione attuabile solo dopo l’attuazione del Piano e verifica dei risultati raggiunti”.

Il Piano per la conservazione e gestione del Lupo in Italia dovrà dare priorità agli interventi per la prevenzione ed un equo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, al contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane – lupo ed alla ricerca scientifica per determinare lo stato di conservazione della specie nel nostro paese e la reale incidenza dei danni alla zootecnia. Ministero dell’Ambiente e Regioni dovranno indicare le risorse necessarie per l’attuazione delle azioni previste con una ripartizione degli oneri nei rispettivi bilanci, senza ulteriori costi per i bilanci pubblici ma con la definizione di opportune priorità di spesa.

Il WWF non comprende perché il ministro Galletti, abbia voluto a tutti i costi difendere la possibilità degli abbattimenti, enfatizzando i 70 studiosi che lo avrebbero suggerito. Nel Piano stesso, quando si indicano i nomi degli esperti che hanno fornito contributi utili alla stesura del Piano è chiaramente esplicitato “l’inclusione in questo elenco non implica la condivisione del Piano”. Inoltre come tutte le  questioni che hanno a che vedere con le modalità di gestione della complessa relazione uomo-natura è bene che esse abbiano sempre come base la migliore conoscenza scientifica disponibile ma la scelta di una soluzione non è squisitamente tecnica ma è fondamentalmente politica.

Tra le osservazioni poste al Ministero dell’Ambiente da due anni, il WWF aveva posto il tema dei tempi congrui per l’applicazione delle misure di prevenzione, (24-36 mesi) , risorse specifiche per queste messe a disposizione sia dallo Stato che dalle Regioni e preventivamente concordate, procedure più snelle per l’indennizzo di agricoltori e allevatori. Infine, l’apertura di un apposito tavolo tecnico per il monitoraggio e valutazione delle azioni poste in essere dalle Regioni e stralcio degli abbattimenti selettivi sul lupo.

 

Roma, 3 febbraio 2017

 

Ufficio Stampa WWF Italia

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APPELLO DEL WWF PER AZIONI CONCRETE CONTRO L’ABBRUCIAMENTO DI RIFIUTI VEGETALI PER EVITARE ULTERIORE INQUINAMENTO DELL’ARIA 

COMUNICATO STAMPA
APPELLO DEL WWF PER AZIONI CONCRETE CONTRO L’ABBRUCIAMENTO DI RIFIUTI VEGETALI PER EVITARE ULTERIORE INQUINAMENTO DELL’ARIA

 

Il WWF Bergamo Brescia si appella alla Prefettura, a Regione Lombardia ed ai Sindaci, affinchè sollecitino tutti gli addetti al controllo del territorio a non sottovalutare l’inquinamento prodotto dalla combustione dei rifiuti vegetali all’aperto, peraltro -quando vicina ai boschi – tra le principali cause di innesco di devastanti incendi.

Sono infatti numerose le segnalazioni di cittadini che lamentano il disagio creato dal fumo acre proveniente dalla bruciatura di residui vegetali, a cui spesso si associano rifiuti di varia natura, ammorbando l’aria di sostanze pericolose ed inquinanti.

Non di meno viene segnalato un uso improprio di caminetti che divengono veri e propri inceneritori casalinghi; tutto ciò con la pressoché impossibilità di intervento da parte degli Organi di Polizia, vuoi per sottovalutazione della pericolosità, vuoi per mancanza di personale, e non di meno anche per mancanza di sensibilità al problema dell’inquinamento atmosferico ed alle conseguenze – sia sulla salute dei cittadini che all’ambiente.

Tutto ciò in un periodo dove la critica situazione climatica concentra gli inquinanti negli strati bassi dell’atmosfera e quando sarebbero indispensabili comportamenti responsabili da parte di tutti.

Il WWF auspica che le Forze dell’Ordine intervengano con tempestività e sanzionino coloro che accendono fuochi all’aperto ed utilizzano impropriamente i caminetti; ai Sindaci in particolare si chiede che vengano attivati controlli per prevenire tali forme di inquinamento facendo rispettare le normative vigenti in materia.

Nel merito del problema, che si presenta ogni anno, soprattutto nel periodo invernale, molti cittadini si domandano: è possibile liberarsi dei residui vegetali (rovi, ramaglie, resti di tagli di alberi ed arbusti) derivanti dalla manutenzione dei giardini, dei parchi urbani e de boschi mediante il loro abbruciamento? La risposta non può che derivare dalle normative vigenti – rispondiamo come WWF alle numerose segnalazioni – bisogna rispettare le disposizioni in materia di prevenzione degli incendi boschivi e quelle in materia di inquinamento atmosferico.

Gli Enti territoriali, compresi i Comuni, possono in qualsiasi periodo vietare la combustione di materiali vegetali quando vi sono le condizioni meteorologiche sfavorevoli e per le quali dalle attività di combustione possano derivare rischi per la salute pubblica con particolare riferimento al rispetto dei limiti annuali delle polveri sottili (PM10).

Il WWF ricorda che numerosi Sindaci, nonostante abbiano sottoscritto il “Patto per l’aria pulita” con la Regione Lombardia, in particolare per le area più a rischio inquinamento, non si attivano concretamente per far rispettare i divieti.

Le norme regionali prevedono infatti la massima restrizione sulle emissioni inquinanti e di conseguenza il divieto di combustione dei residui vegetali fino al 15 aprile, e per questo anche l’uso delle auto deve essere limitato (con specifico riferimento a quelle più inquinanti).

In conclusione: dobbiamo contribuire con comportamenti rispettosi a migliorare l’aria che respiriamo, usando meno l’auto e magari investendo in modelli meno inquinanti, ricordando che ci sono buone pratiche nella gestione dei rifiuti vegetali, come il conferimento alle piattaforme ecologiche, la triturazione e il compostaggio.

Tutti i cittadini che si impegnano con comportamenti sostenibili si aspettano di conseguenza dalle Istituzioni azioni coerenti e non contraddittorie, per il rispetto della salute e dell’ambiente.

 

Associazione WWF

Bergamo-Brescia Onlus

Il Presidente

Danilo Rossi

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PASTURS 2017: AL VIA LE ISCRIZIONI PER UNA NUOVA ESTATE D’ALPEGGIO

COMUNICATO STAMPA

PASTURS 2017: AL VIA LE ISCRIZIONI

PER UNA NUOVA ESTATE D’ALPEGGIO

Dopo il successo dell’edizione 2016, torna Pasturs: il progetto che mette in contatto pastori e giovani volontari per capire come mitigare il rischio derivante dai grandi predatori delle Orobie.

Iscrizioni aperte fino al 7 aprile 2017.

Bergamo, 27 gennaio 2017 – Svegliarsi all’alba, prendersi cura degli animali, fare il fieno e… partire per la transumanza. Siete pronti a vivere un’esperienza da veri pastori? Torna, dopo il successo dello scorso anno, Pasturs: il progetto che mette in contatto uomo, natura e grandi predatori.

Organizzato da Cooperativa Eliante Onlus, con la partnership di Parco delle Orobie Bergamasche e WWF Bergamo – Brescia, in collaborazione con Coldiretti Bergamo e con il contributo di Fondazione Cariplo, Pasturs offre la possibilità a ragazzi maggiorenni di vivere un’estate al fianco dei pastori bergamaschi, per capire come ridurre i rischi conseguenti alla presenza dei grandi predatori sulle Orobie mettendo in comune le rispettive conoscenze. I ragazzi, infatti, forniranno informazioni utili ai pastori in fatto di sostenibilità e gli allevatori consentiranno ai giovani di aiutarli nelle attività giornaliere così da capire quali siano, concretamente, i problemi e le potenzialità degli allevamenti tradizionali. Obiettivo: attuare misure volte a creare un clima favorevole sia per i grandi predatori che per il mondo dell’allevamento.

Sulle Orobie bergamasche, infatti, stanno tornando lupi e orsi e il conflitto tra grandi carnivori e attività zootecniche è una delle cause principali della persecuzione operata dall’uomo nei confronti di questi animali. Ma con efficaci misure di prevenzione è possibile prevenire sia possibili danni agli allevamenti, sia il bracconaggio, diminuendo da un lato il numero degli attacchi da parte dei grandi predatori e migliorando, dall’altro, la qualità dei pascoli.

«Ho un ricordo bellissimo di questa esperienza: le giornate iniziavano al mattino presto, il recinto si trovava a un’ora di cammino dalla baita e andavamo lì due volte al giorno per fare pascolare le pecore e per controllarle. Ho finanche assistito al parto gemellare di una pecora: non lo dimenticherà mai. È stato un modo coinvolgente e stimolante per conoscere il mondo della pastorizia da vicino, per andare oltre ciò che avevo appreso nei libri di scuola e per confrontarmi con le difficoltà quotidiane di chi svolge questa professione. E tra le difficoltà più sentite c’è sicuramente quella dei grandi predatori, tema chiave di Pasturs. Sono convinto, infatti, che questo progetto vada nella giusta direzione, poiché spinge volontari e allevatori al confronto per capire come meglio favorire una pacifica convivenza. Per essere d’aiuto, insomma, sia pastori che, al tempo stesso, a lupi e orsi» – raccontano i protagonisti del progetto Pasturs 2016.

Gli interessati potranno candidarsi scaricando la modulistica dal sito www.pasturs.org e inviando una mail a pasturs@wwfbergamo.it entro e non oltre venerdì 7 aprile 2017. Successivamente saranno chiamati a partecipare a un breve corso di formazione gratuito e saranno selezionati per iniziare l’esperienza. Potranno trascorrere un periodo da giugno a settembre (minimo 1 settimana / massimo 3 mesi) in uno dei 6 alpeggi coinvolti, tra Valle Brembana, Seriana e Scalve, in cui sono presenti greggi di ovini di razza “Pecora bergamasca”, bovini e equini, occupandosi di attività come: la sistemazione dei recinti, la sorveglianza del gregge, la gestione dei cani, la sensibilizzazione e l’informazione dei turisti. Gli studenti universitari, inoltre, avranno la possibilità di realizzare tesi e tirocini, con il riconoscimento dei crediti formativi compatibilmente con l’Università frequentata. Per partecipare si richiedono come requisiti essenziali: la maggiore età, l’adattabilità al lavoro all’aria aperta e alle camminate giornaliere in montagna, una forte motivazione e la consapevolezza del tipo di volontariato. L’esperienza, infatti, è a titolo gratuito.

Per informazioni sul progetto Pasturs

Sito: www.pasturs.org Tel: 347 3902619 Mail: pasturs@wwfbergamo.it

Ufficio Stampa Parco delle Orobie Bergamasche

CLAUDIA ROTA

Cell. 348 5100463

c.rota@parcorobie.it

 

Gli stagni del monte Misma ricordano due grandi personalità del WWF

Sono stati oggi ufficialmente dedicati a Fabrizio Usubelli e Massimiliano Rocco i due stagni multifunzionali realizzati dal WWF di Valpredina sul Monte Misma in Comune di Pradalunga.
L’importante progetto di conservazione della biodiversita’ – che e’stato possibile grazie al contributo di Regione Lombardia – e’ stato attivato dal WWF nel 2015 in qualita’di Ente gestore della zona speciale di conservazione (ZSC) Valpredina e Misma.
Gli stagni oggi sono stati dedicati a due persone – scomparse improvvisamente durate la realizzazione del progetto – da sempre e con grande passione – impegnate nella tutela dell’ ambiente e del patrimonio faunistico.
Lo stagno in località Ca’ La Ert restera’ intitolato all’Agente della polizia provinciale di Bergamo Fabrizio Usubelli, inanellatore e ambientalista attivo nella tutela dell avifauna autoctona cui aveva dedicato tante ore di osservazione e studio.
Lo stagno sulla prateria della cima del Monte Misma restera invece intitolato a Massimiliano Rocco, responsabile da anni dell’ Ufficio Traffic (struttura che a livello internazionale si occupa del commercio illegale di specie protette) del WWF Italia e deceduto improvvisamente durante una missione internazionale in Africa.
Alla posa delle targhe di dedica hanno partecipato una trentina di persone tra le quali, oltre ai collegli di Fabrizio Usubelli, collaboratori e volontari del WWF di Valpredina, accompagnati dai richiedenti asilo provenienti dall’Africa, attualmente ospiti nella foresteria del WWF Valpredina a Cenate Sopra.
Dopo la lettura di racconti agli amici scomparsi e il ricordo della loro passione nella tutela della natura il direttore dell’Oasi Enzo Mauri ha ricordato che ” i loro sogni cammineranno con noi e dopo di noi per un futuro in cui l’uomo possa vivere in armonia con la natura” ed inoltre ” siamo certi che la vita e la biodiversita’ di questi stagni sono la migliore rappresentazione al riconoscimento dell’amore, dell’impegno e passione che Fabrizio e Massimiliano hanno rappresentato nella loro breve vita”.

Riforma Legge Aree Protette: WWF, riaprire confronto con fronte Associazioni per salvare Parchi

SE LA CAMERA NON CAMBIERA’ TESTO RIFORMA SU ALCUNI PUNTI ESSENZIALI POTREMO DIRE ADDIO AI PARCHI ‘NAZIONALI’

Riforma Legge Aree Protette: WWF, riaprire confronto con fronte Associazioni per salvare Parchi

SE LA CAMERA NON CAMBIERA’ TESTO RIFORMA SU ALCUNI PUNTI ESSENZIALI POTREMO DIRE ADDIO AI PARCHI ‘NAZIONALI’

“Chiediamo che, nell’aggiornare la Legge 394/91, vera e propria “Piccola Costituzione delle Aree Protette”, si riapra il confronto nel merito con il fronte delle Associazioni e si abbia come obiettivo il mantenimento dell’importante ruolo e funzione di Parchi Nazionali e Aree Marine Protette, puntando sulle competenze e sull’innovazione, così come si fece con l’approvazione della legge 394: se lo Stato rinuncia alle sue competenze in tema di conservazione della natura rischiamo di tornare indietro di vent’anni nelle politiche di gestione della natura”. Lo ha detto la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi nel corso dell’audizione delle Associazioni ambientaliste alla Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati.

“Dal patrimonio naturale del Paese non solo dipende la bellezza del nostro paesaggio e la ricchezza della nostra biodiversità ma anche il benessere economico e sociale delle future generazioni: ricordiamo che la Costituzione, in modo chiaro e inequivocabile, attribuisce allo Stato doveri e obblighi, precisi e irrinunciabili, per la conservazione della natura e la tutela degli ecosistemi – continua la Bianchi nel suo intervento -. Nel testo licenziato dal Senato non ci sono solo articoli da rivedere ma anche questioni fondamentali non affrontate come l’insufficienza delle risorse che comportano pericolose compensazioni come il ricorso alle royalties o la questione delle Riserve Naturali dello Stato, le piante organiche insufficienti”.

“Il testo del Senato non solo ha sollevato fortissime preoccupazioni da parte di personalità della cultura e del mondo scientifico ma ha spinto tutte le principali Associazioni ambientaliste a predisporre e sottoscrivere il documento unitario ‘Aree protette, tesoro italiano’, chiedendo un radicale ripensamento dell’impostazione della riforma – spiega la presidente de WWF -. Nel tentativo di rendere più snella la Legge sulle Aree naturali protette, il Senato ha, di fatto, indebolito la portata ‘nazionale’ dei Parchi, accentuando l’influenza di interessi locali e logiche estranee alla corretta gestione del comune patrimonio naturale del Paese. Gravi passi indietro sono stati fatti per quanto riguarda la governance degli Enti Parco di cui viene stravolta completamente l’originaria funzione di raccordo e sintesi tra interessi locali e nazionali, tra conservazione e promozione del territorio”.

“Se la Camera non cambierà radicalmente il testo approvato dal Senato, riavviando un proficuo confronto sui problemi, sulle possibili soluzioni e sulla visione per il futuro, il nostro Paese corre il rischio di fare grandi passi indietro in questo campo finendo oltretutto per avere Parchi solo nominalmente “nazionali” e Aree Marine Protette in mano ai soli Enti locali. Le Aree Marine protette devono diventare dei veri e propri Parchi Marini: è inconcepibile che mentre nel mondo si istituiscono Parchi marini straordinari l’Italia continui politiche di retroguardia nella tutela del suo patrimonio marino – conclude Donatella Bianchi -. La tutela dell’ambiente è il presupposto stesso del nostro futuro e sul mantenimento del capitale naturale si basa ogni prospettiva di benessere: le aree naturali protette costituiscono al tempo stesso uno strumento di conservazione e un banco di prova per lo sviluppo sostenibile”.

I punti critici evidenziati dal WWF rispetto al testo approvato al Senato e su cui si chiede di intervenire (come le Associazioni ambientaliste avevano già sollecitato al Senato) sono la governance dei parchi con la mancanza di competenze specifiche per la gestione, la conservazione e la valorizzazione dei beni naturali e ambientali previste per la nomina del presidente e del direttore del parco e il difficile equilibrio nei Consigli direttivi con l’ingresso nella componente riservata allo stato di rappresentanti del mondo agricolo e la scomparsa della componente scientifica; le Aree Marine Protette per le quali, nonostante insistano sull’ambito demaniale ‘per eccellenza’, il mare, non è previsto nessun ruolo nella gestione per lo Stato. Inoltre i loro Enti di gestione vengono trattati come enti di serie B; Preoccupa il totale silenzio sul potenziamento della sorveglianza e delle dotazioni organiche dei Parchi drammaticamente insufficienti rispetto agli importanti compiti di difesa e valorizzazione di un patrimonio indisponibile dello Stato; le Riserve Naturali dello Stato che anche quando sono comprese all’interno dei Parchi Nazionali restano in capo al ministero delle Politiche agricole, con una evidente contraddizione gestionale; la gestione della fauna; il Piano del Parco, l’utilizzo dei loghi/marchi del Parco che deve essere omogeneo; le royalties che devono confluire in un apposito fondo gestito dal ministero dell’Ambiente, dedicato ad attività di conservazione; Il silenzio assenso previsto dall’articolo 12 del testo approvato dal Senato è un punto di estrema delicatezza che rischia di essere sottovalutato visto che come richiamano le considerazioni, più volte ribadite, della Corte di Giustizia Europea l’interesse all’ambiente sia di tale importanza da richiedere sempre un’espressa valutazione da parte delle autorità che dia conto dell’istruttoria svolta; infine, l’istituzione del Parco del Delta del Po rispetto per il quale non era necessario una ulteriore previsione normativa (visto che la legge 394/91 escludeva esplicitamente la possibilità di due parchi nazionali e prevedeva, dopo il 31 dicembre 1993, l’istituzione di un Parco Nazionale). Visto che quel termine è da tempo scaduto si proceda subito all’istituzione di un Parco Nazionale.

Roma, 11 gennaio 2017

Ufficio Stampa WWF Italia
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Salviamo il GELSETO DEL PILANDRO – Ultimo lembo dell’antica “Selva Lugana”

Il Comitato Parco delle Colline Moreniche e l’Associazione “Airone Rosso” hanno lanciato una petizione on-line per salvare un’ampia zona boscata dal taglio indiscriminato.

Di seguito il testo della petizione e il link per contribuire:

Ancora sui giornali di questi giorni si parla del Gelseto del Pilandro. Dopo il primo taglio avvenuto a febbraio, che ha permesso di radere al suolo tutti gli alberi della parte nord della zona, il 1° Dicembre è iniziato il taglio della parte più consistente del Gelseto posta a sud, subito fermato dal Comune di Peschiera del Garda, allertato dagli ambientalisti.
I filari di gelsi sono protetti dalla legge n°10 del 2013, per la loro importanza storica, paesaggistica e naturalistica, ospitando numerosi uccelli come upupe, assioli, torcicolli, che sono un indicatore importante sulla qualità dell’ambiente.
Solo l’Amministrazione Comunale ha la facoltà di preservare il Gelseto del Pilandro ponendo dei vincoli ed esprimendo un parere contrario in riferimento al secondo taglio.
Facciamo sentire la nostra voce firmando la petizione, chiedendo al Comune di Peschiera del Garda di fare una profonda riflessione prima della totale distruzione di questo unico lembo del nostro Territorio Gardesano.

Firma anche tu!

IL CONSIGLIO DI STATO RIBALTA UNA PRONUNCIA DEL TAR SULLE DISCARICHE –

COMUNICATO STAMPA

WWF e Legambiente Lombardia uniti nella tutela dell’ambiente
IL CONSIGLIO DI STATO RIBALTA UNA PRONUNCIA DEL TAR SULLE DISCARICHE
La Regione Lombardia aveva vietato nuove discariche in zone già compromesse anche in provincia di Brescia .

Nel 2014 la Regione Lombardia aveva approvato un provvedimento relativo al cosiddetto “Fattore di pressione delle discariche” con il quale venivano tutelati territori già gravemente compromessi da una pesante presenza di discariche di rifiuti. In pratica, su tutto il territorio regionale era stato disposto il divieto di realizzare nuove discariche nelle aree ove erano stoccati più di 160.000 metri cubi di rifiuti per ogni Km2 di territrio. Una pronuncia del TAR di Milano aveva bloccato il provvedimento.

Ma una sentenza del Consiglio di Stato emessa in questi giorni ha annullato la pronuncia del TAR affermando la piena legittimità del provvedimento della Regione Lombardia con grande soddisfazione del WWF Lombardia e di Legambiente che si sono uniti, ancora una volta, per tutelare l’ambiente e la salute del territorio lombardo.

“Il consiglio di Stato ha stabilito la piena legittimità del provvedimento regionale – ha dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, associazione costituita in giudizio ad adiuvandum insieme ad Italia Nostra e WWF a fianco della Regione Lombardia – il quale, pertanto, non ha violato alcuna competenza dello Stato. Con questa sentenza viene confermato quello che dovrebbe essere un principio di civiltà – dice Barbara Meggetto – infatti, dove sono presenti grandi quantitativi di rifiuti smaltiti in discarica non è possibile autorizzare ulteriori impianti. Una norma fondamentale per alcuni territori, come quello di Montichiari e della Bassa Bresciana, già gravemente sottoposti a forti impatti ambientali. Auspichiamo che la Regione voglia continuare su questa strada, affiancando a strumenti di prevenzione come il “Fattore di Pressione”, altre azioni più incisive sul fronte della bonifica e del risanamento ambientale di quelle zone martoriate dall’inquinamento e dalla contaminazione di sostanze pericolose sia per l’ambiente sia per la salute umana.

Anche l’avv. Paola Brambilla, delegata del WWF Italia per la Lombardia che ha anche patrocinato l’intervento delle Associazioni ambientaliste nel giudizio, esprime soddisfazione per la sentenza del Consiglio di Stato: “Le Associazioni hanno sempre difeso l’ecosistema e le risorse naturali per assicurare i diritto ad un ambiente sano e tutelare la salute ai cittadini del pianeta, non solo contro chi pensa di avere la licenza di distruggere, ma anche a favore delle Regioni quando agiscono innalzando gli standard di tutela nazionali”. “Contrastare l’insediamento insostenibile di nuove discariche – affermano unite le Associazioni – significa anche tutelare il suolo, difendendo anche in giudizio il valore di questa risorsa, come viene spiegato nella Campagna PEOPLE4SOIL in corso in questi giorni”.

Con questa iniziativa, dopo a ristrutturazione delle sedi periferiche, riprende in pieno l’attività del WWF in provincia di Brescia, aggregato alla sede di Bergamo, stando al fianco dei cittadini per difendere l’ambiente e la salute pubblica. I cittadini bresciani che desiderano avvicinarsi al WWF possono contattare la sede operativa allo 035.956140 oppure scrivendo a bergamo@wwf.it e a bergamo-brescia@wwf.it.

Ringraziando per l’attenzione è gradita l’occasione per porgere distinti saluti.

Associazione WWF Bergamo-Brescia Onlus

Il Presidente

Danilo Rossi

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NATURA, JUNCKER: “LE DIRETTIVE NON SI TOCCANO”

GRANDE SUCCESSO DELLE ASSOCIAZIONI E DELLA SOCIETA’ CIVILE NELLA CAMPAGNA PER SALVARE LE DIRETTIVE HABITAT E UCCELLI.
Lipu e WWF Italia: “Una vittoria fondamentale per la biodiversità e la stessa cultura europea. Ora applicare le direttive con più decisione”.

 Il Presidente Jean Claude Junker e la Commissione europea da lui presieduta, riunita oggi a  Bruxelles, hanno solennemente confermato che le direttive comunitarie Habitat e Uccelli non vanno riscritte e depotenziate ma conservate e applicate meglio, anche attraverso un dettagliato piano attuativo. Questo, al termine di un lungo percorso di analisi delle due direttive, definito del “Fitness check”, svolto dalla Commissione europea con il coinvolgimento degli attori sociali di tutta europea.

E’  una vittoria straordinaria, di oltre mezzo milione di cittadini europei che hanno aderito alla campagna #NatureAlert, portata avanti da oltre 200 organizzazioni europee e condotta in Italia, con il nome di #Allarmenatura, da Lipu e WWF.

Le Direttive comunitarie sulla Natura, fondamentali per la protezione della biodiversità in Europa, tutelano più di 1400 specie a rischio e un milione di metri quadrati di habitat europei. Si tratta, inoltre, di leggi enormemente popolari tra i cittadini europei, che le hanno difese e sostenute così come hanno fatto il mondo scientifico, le imprese, il Parlamento europeo e molti governi nazionali.

Esprimendo grande apprezzamento per la decisione della Commissione, le associazioni sottolineano come ora inizi un’impresa altrettanto importante quale quella di trasformare la vittoria sulla difesa delle direttive in strumenti pienamente applicati, così da garantire una più efficace azione contro la perdita di biodiversità e la crisi di natura”.

 Fulvio Mamone Capria, Presidente della Lipu – BirdLife Italia ha dichiarato:
“Quella di Bruxelles è una vittoria eccezionale, che rilancia l’importanza delle direttive, rimette la natura al centro del progetto europeo e ci riempie di gioia. Per questo vogliamo ringraziare gli oltre 70 mila italiani che hanno raccolto il nostro appello e contribuito al raggiungimento del mezzo milione di europei pro direttive, fondamentali per  convincere la Commissione europea a schierarsi dalla parte della biodiversità. Ora tutti al lavoro, Commissione, Governi nazionali e società civile, per applicare le direttive come meritano”.

Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia, ha detto:
“Oggi c’è un accordo unanime: è stato riconosciuto che le Direttive europee sulla natura proteggono adeguatamente la biodiversità e la nostra salute. La Commissione Juncker deve ora aprire un nuovo capitolo e procedere alla definizione di un piano d’azione rigoroso che consenta di affrontare il problema dell’insufficiente attuazione di queste norme nei Paesi Membri, verificando la loro  corretta applicazione, e in intervenga in modo efficace sullo sviluppo insostenibile. Le norme migliori, non valgono la carta su cui sono scritte se non vengono correttamente applicate! ”

Roma, 7 dicembre 2016

Il blog dell'associazione WWF-Bergamo-Brescia