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Serle, raccolta di fondi per salvare lo stagno

Corriere della Sera  BRESCIA DEL 29-3-2018

di Lilina Golia

Accanto alla pozza Meder, è stato tirato un ampio telo di plastica verde. Una volta riempito d’acqua farà da fondo al nuovo stagno artificiale che accoglierà le migliaia di nuovi esemplari di specie anfibie in arrivo nei boschi di Serle, privati del loro habitat da chi, nella notte tra sabato e domenica, ha rilasciato 100 litri di olio da trazione esausto nel piccolo laghetto. «Un vero e proprio atto criminale e da incoscienti», evidenzia il Wwf in una nota. Ieri è stata completata la pulizia delle sponde. È stato utilizzato un impianto di spurgo e le speciali spugne Puff della Test1 che hanno assorbito l’olio. Poi è stato asportato il terriccio inquinato, come prescritto dall’Arpa.

«Il colore dell’acqua ora ha tutt’altro aspetto, rispetto alla macchia nera dei giorni scorsi – spiega il sindaco di Serle, Paolo Bonvicini – e i primi risultati delle analisi effettuate dall’Arpa in parte ci confortano. Sul fondo dello stagno la tossicità aveva valori molto bassi. Il che vuol dire che l’olio non è penetrato in profondità nel terreno. In superficie, invece, era elevata, indicizzata nei parametri tecnici con il 50% di mortalità».

Il danno faunistico, che comprende anche la distruzione delle uova appena deposte, potrebbe, dunque, essere ingente. Il destino degli anfibi salvati, circa 6 mila, infatti dipenderà solo dalla loro capacità di resistenza. Per farli riprendere dall’intossicazione, nelle prossime ore saranno trasferiti alla vicina, vecchia (e asciutta) pozza Ruchì, dove sono già iniziati i lavori di ripristino. Lavori che comportano una spesa, così come l’intera operazione di bonifica. L’idea di Comune, Gruppo di Azione Locale e Altopiano di Cariadeghe, è quella di lanciare un crowfunding per reperire i fondi 

necessari. «Ma chiederemo un contributo anche alla Regione Lombardia», spiega ancora Bonvicini, confortato dalla gara di solidarietà scattata alla pozza. «Associazioni locali e non, volontari, professionisti, stanno mettendo a disposizione tempo, mezzi, forze e competenze. La miglior risposta possibile, dopo quanto accaduto». Tra gli altri, al lavoro ci sono gli esperti della Societas herpetologica italica, mentre per oggi è atteso l’arrivo di alcuni ricercatori universitari per approfondimenti sui problemi ambientali legati al mondo anfibio. 

MORTE GIUSEPPE GALASSO: WWF, CON LUI SCOMPARE UN DIFENSORE DELLA NATURA D’ITALIA

Giuseppe Galasso è stato uno dei difensori delle bellezze paesaggistiche e naturali d’Italia e se oggi, una parte del paesaggio del nostro Paese si è salvato da cemento e speculazione lo dobbiamo proprio alla “legge Galasso” che dall’8 agosto del 1985 ha costituito il primo innovativo e allora  più importante strumento di tutela ambientale del nostro ordinamento.
L’intuizione normativa dell’on. Galasso fu di allargare il concetto di “paesaggio” ad una concezione moderna e dinamica che includeva non  solo gli aspetti estetici e culturali e quindi le “bellezze panoramiche” ma anche i beni naturali in quanto componenti essenziali e inscindibili di queste.
Una norma che entrò in vigore proprio grazie alla determinazione del suo ideatore che, resosi conto della distruzione in atto del paesaggio meridionale e soprattutto delle coste cilentane, oltre che della cementificazione selvaggia in corso caratterizzata da una centinaia di migliaia  di abusi edilizi, in qualità di sottosegretario di Stato ai Beni culturali adottò un decreto di vincolo paesaggistico e divieto assoluto di edificazione  in una fascia di 300 metri dalla riva del mare e dei laghi e di 150 metri da fiumi e torrenti, dei boschi, dell’alta montagna (oltre i 1.600 metri per le Alpi e 1.200 per gli Appennini), di tutti i beni collettivi gravati da uso civico.
Galasso non si arrese nemmeno di fronte alla sospensione del decreto da parte del Tribunale amministrativo: ottenne dal governo un decreto legge, che, una volta convertito, divenne per tutti la “Legge Galasso”, che oggi è inserita nel “Codice dei Beni culturali e del paesaggio “(Dlgs 42/2004).
La legge Galasso, con il sistema di rispetto e vincoli che determinò e i piani paesaggistici che avviò, costituì un fondamentale elemento di garanzia per il Bel Paese ed un importantissimo strumento di riferimento per quanti, come il WWF, in sede di painificazione o in sede giudiziaria hanno difeso e difendono i valori ambientali e naturalistici oltre che quelli storici e culturali. Con la scomparsa di Giuseppe Galasso il nostro paese perde un esempio della buona politica.

INTIMIDAZIONE SOTTOUFFICIALE ARMA: WWF AL FIANCO DEI CARABINIERI FORESTALI

Dura condanna per il vile gesto in spregio ai boschi della Sila e nei confronti del Comandante della Stazione Carabinieri forestali del Parco di Cotronei (KR)

 

Apprendiamo in queste ore del grave sfregio compiuto poche sere fa ai danni dei boschi della Sila nel comune di Cotronei (Kr), dove ignoti hanno abbattuto una ventina di esemplari di Pino laricio e Cerro, anche di grosse dimensioni, facendoli cadere sulla carreggiata che è rimasta bloccata per ore. Un gesto inqualificabile reso ancor più squallido da altre e più inquietanti circostanze: alcune scritte con chiari messaggi intimidatori nei confronti del comandante della Stazione dei Carabinieri forestali del Parco,  il Brigadiere Salvatore Salerno, sono state tracciate  sulla strada, su dei muretti e su alcuni tronchi. Il WWF Italia si unisce al WWF Calabria nel condannare fermamente il vile gesto, esprime la sua più incondizionata solidarietà e vicinanza nei confronti di uno dei forestali più bravi e impegnati della regione. Il WWF ha avuto modo di apprezzare in più occasioni l’operato di Salerno, che non è solo un qualificato tutore dell’ordine, ma anche un appassionato naturalista e protettore della natura calabrese, sempre impegnato in prima linea. In tanti anni l’associazione ne ha apprezzato sempre la dedizione, la professionalità e la grande voglia di lottare per il bene del territorio.

“Confidiamo nell’operato della magistratura affinché gli autori del vile gesto intimidatorio vengano al più presto assicurati alla giustizia e nel contempo chiediamo all’Arma dei Carabinieri di rafforzare i presidi periferici a difesa delle foreste calabresi”, sottolinea il WWF Italia.

Recenti operazioni dei Carabinieri forestali e di altre Forze dell’Ordine, finalizzate alla repressione dei reati ambientali, hanno interessato, come in questo caso, le aree protette, a riprova del fatto che in Calabria è ancora diffuso un sentimento di ostilità nei confronti della tutela del nostro patrimonio di  fauna e di flora, anche laddove dovrebbe essere maggiormente custodito: un bene di tutti che invece viene considerato alla stregua di un bottino di cui impadronirsi per i propri esclusivi interessi.

La caccia e la pesca illegali, l’abbandono di rifiuti, lo scarico di sostanze inquinanti nei corsi d’acqua, gli incendi boschivi e, non ultimo, il taglio illegale di boschi  per alimentare  centrali a biomasse, così come accertato pochi giorni fa, danno un’idea del livello di strapotere raggiunto  dagli ecocriminali.

 

Ecco perché l’operato del brigadiere Salerno e di tutti quelli che, come lui, combattono questa autentica battaglia, va sostenuto e incoraggiato. Da parte sua il WWF adotterà ogni iniziativa utile contro i criminali della natura e a favore di persone che s’impegnano e dedicano la loro vita per il rispetto della legalità e la tutela del nostro territorio, sostenendo l’Arma dei Carabinieri nella tutela dell’ambiente, come del resto conferma il protocollo firmato nel marzo del 2017 a livello nazionale.